Turismo responsabile a Pelermo: i risultati del progetto di quattro realtà
In occasione dell’evento “Turismo responsabile e Rigenerazione sociale”, che si è svolto il 17 dicembre, sono stati presentati i risultati preliminari del progetto “Innovazione Sociale in Sicilia: modelli e strumenti di misurazione e storytelling del suo impatto”, finanziato da Fon Coop – Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua nelle imprese cooperative e progettato da Speha Fresia Impresa Sociale.
Il progetto ha coinvolto SCS Rigenerazioni Onlus, SCS Palma Nana, SCS Addiopizzo Travel e l’Associazione Capaci NoMafia ETS, con il contributo straordinario di Legacoop Sicilia, ed è nato con un obiettivo chiaro: capire e raccontare in modo semplice e concreto l’impatto sociale generato da queste realtà sui territori in cui operano.
Parliamo di organizzazioni che, attraverso il turismo responsabile, la rigenerazione urbana, l’impegno antimafia e l’economia sociale, contribuiscono ogni giorno a creare opportunità, relazioni e valore per le comunità locali. Il progetto ha voluto misurare tutto questo, andando oltre le percezioni, per trasformare l’impatto in dati leggibili e utili a migliorare le azioni future.
Cosa emerge dalla ricerca: il valore concreto dell’essere in rete
Il messaggio principale che emerge dai dati è semplice e forte: fare rete funziona. Le organizzazioni coinvolte, lavorando insieme, riescono a generare un impatto maggiore rispetto a quanto farebbero singolarmente.
La ricerca mostra che l’essere in rete produce un elevato impatto relazionale, con un potenziale complessivo pari a 70,26 punti su 100. Questo dato misura la qualità e l’intensità delle relazioni tra le organizzazioni e la loro capacità di generare valore economico, sociale, umano e ambientale.
In termini concreti, lavorare in rete incide mediamente:
per il 68% sulla Generatività delle Persone, con un punteggio medio pari a 70/100, cioè sulla capacità di far crescere competenze, opportunità, autonomia e partecipazione;
per il 34% sul BenVivere del Territorio, che raggiunge un punteggio medio di 39,31/100, incidendo soprattutto su capitale umano e occupazione (50/100) e sicurezza e ambiente (46,88/100);
per il 59% sulle performance ESG (Le performance ESG indicano quanto un’organizzazione è sostenibile e responsabile dal punto di vista ambientale (E), sociale (S) e di governance (G)), che si attestano su un valore medio di 64/100.
Il dato più significativo riguarda proprio le persone: 47,83 punti su 70 dell’impatto complessivo sulla Generatività delle Persone dipendono direttamente dall’essere in rete. In altre parole, oltre due terzi della capacità delle organizzazioni di attivare persone, creare lavoro e rafforzare competenze nasce dalla collaborazione strutturata tra soggetti diversi.
Perché investire sulle persone migliora i territori
I dati mostrano che l’impatto è oggi più forte sulle persone che sul territorio nel suo insieme. Ma questo non è un limite, anzi: investire sulle persone è il primo passo per migliorare davvero i territori.
Come evidenziato anche dagli studi più recenti sul BenVivere (la capacità di vivere bene insieme, unendo qualità della vita, relazioni positive, inclusione sociale e rispetto dell’ambiente), persone più competenti, consapevoli e coinvolte diventano il motore di uno sviluppo locale più solido e duraturo. Una rete che rafforza le persone, quindi, crea le basi per comunità più vive, inclusive e resilienti.
Le aree in cui l’impatto è maggiore riguardano soprattutto il capitale umano e l’occupazione, insieme ai temi della sicurezza e dell’ambiente. Meno incisivo, ma con ampi margini di crescita, è invece l’impatto su aspetti come la salute, la demografia e l’economia di prossimità.
Reti e sostenibilità: un vantaggio anche per le comunità
Un altro risultato importante riguarda la sostenibilità. Più della metà delle performance ESG delle organizzazioni dipende dall’essere in rete. L’effetto più forte si registra nella dimensione sociale, seguita da quella della governance e, in misura minore, da quella ambientale.
In particolare, i dati mostrano che oltre il 77% della capacità delle organizzazioni di creare relazioni positive con la comunità locale è legato al lavoro di rete. Questo conferma che la collaborazione rafforza il ruolo delle organizzazioni come punti di riferimento per i territori.
Guardare avanti: più struttura, più impatto
Accanto ai risultati positivi, la ricerca individua anche le sfide future. La rete funziona molto bene sul piano delle relazioni informali, ma potrebbe esprimere un impatto ancora maggiore se diventasse più strutturata, ad esempio attraverso una forma giuridica condivisa come una cooperativa di comunità.
Un altro ambito chiave riguarda la finanza sociale. Strumenti innovativi di finanziamento condiviso potrebbero aiutare le organizzazioni ad accedere più facilmente alle risorse, sostenendo progetti ad alto impatto sociale e rafforzando la stabilità economica della rete.
Il progetto “Innovazione Sociale in Sicilia” dimostra che misurare l’impatto non è un esercizio tecnico riservato agli esperti, ma uno strumento utile per raccontare meglio ciò che già funziona, migliorare ciò che può crescere e costruire, insieme, territori più giusti e sostenibili.
“Questo percorso ci ha dimostrato quanto sia prezioso lavorare in rete. – dice Fabrizio Giacalone, presidente di Palma Nana – Mettere insieme le esperienze delle singole cooperative ci ha permesso non solo di individuare indicatori comuni per misurare l’impatto sociale, ma anche di rafforzare la fiducia nel lavoro condiviso e nella cura reciproca. Crediamo che il turismo responsabile e rigenerativo non possa prescindere dal coinvolgimento attivo delle comunità locali: sono loro il cuore delle scelte che orientano un turismo capace di generare valore, inclusione e rispetto. La collaborazione tra realtà diverse è la chiave per trasformare le buone pratiche in un cambiamento concreto e duraturo”.

