Tentata estorsione dal carcere con metodo mafioso alla Cosedil: arresti a Messina

La richiesta di pizzo sarebbe avvenuta telefonicamente. Un minorenne si sarebbe avvicinato al capo cantiere, consegnandogli un telefono cellulare. Dall’altro capo della linea, in videochiamata, due uomini – uno collegato dal carcere di Palermo e l’altro dal penitenziario di Agrigento – avrebbero intimato il pagamento della somma richiesta.

L’uso del telefono all’interno degli istituti di pena configura il reato di accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti. Nell’azione estorsiva sarebbe stato coinvolto anche il 24enne, ora ai domiciliari, oltre al minore che materialmente ha consegnato il telefono.

L’indagine della Dda


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