Fascicolo sanitario elettronico 2.0, la Sicilia accelera sulla sanità digitale
Palermo e Messina province pilota del nuovo sistema finanziato dal Pnrr: formazione al via per oltre 10 mila professionisti
Un unico strumento digitale capace di raccogliere e sintetizzare la storia clinica di ogni cittadino, rendendo più rapide le diagnosi e più efficiente l’assistenza sanitaria. È il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) 2.0, pronto a partire nei prossimi mesi anche in Sicilia grazie ai fondi del Pnrr, nell’ambito della Missione 6 – Salute.
Il progetto nasce da un protocollo d’intesa tra gli Ordini dei Medici di Palermo e Messina e le rispettive Asp, approvato con decreto dell’assessorato regionale alla Salute. La fase iniziale, dedicata alla formazione dei professionisti sanitari, è stata presentata a Palermo, a Villa Magnisi, nel corso del convegno dal titolo “Adozione ed utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico 2.0 da parte delle Regioni”.
Obiettivo: una sanità più moderna e integrata
Il Fse 2.0 punta a rafforzare l’infrastruttura tecnologica del sistema sanitario regionale e a promuovere un uso consapevole e corretto dei dati clinici, sia da parte dei medici sia dei cittadini. L’obiettivo è allineare la sanità siciliana agli standard europei di digitalizzazione e innovazione, migliorando l’accesso ai servizi e la continuità delle cure.
Palermo e Messina saranno le province capofila di questo percorso di transizione digitale, destinate a trainare l’intera regione verso l’adozione completa del nuovo fascicolo.
Formazione per migliaia di operatori sanitari
Il progetto prevede un imponente piano formativo: circa 7 mila professionisti tra Palermo e provincia e oltre 3 mila a Messina. Il percorso coinvolgerà medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali e professionisti delle strutture private autorizzate e accreditate.
Il via operativo dovrà avvenire entro giugno 2026, come imposto dalle regole europee legate al Pnrr. In Sicilia l’investimento complessivo ammonta a 6,2 milioni di euro, ripartiti tra le nove Asp: circa 1,5 milioni per Palermo e 774 mila euro per Messina.
Amato: “Più diritti e più sicurezza per il cittadino”
«Il Fascicolo sanitario elettronico è fondamentale soprattutto per il cittadino», sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato. «Consentirà di raccogliere tutti i dati sanitari in un’unica scheda accessibile, con il consenso del medico curante. In pronto soccorso o durante una visita, anche senza documentazione cartacea, il medico potrà conoscere immediatamente la storia clinica del paziente».
Amato evidenzia anche il valore strategico del progetto: «C’è un obbligo di legge che impone la piena operatività del Fse entro il 2026. Partire già nel 2025 è un grande passo avanti. È uno strumento che accompagna il cittadino ovunque, in Italia e in Europa».
Faraoni: “Dalla logica dell’offerta a quella del bisogno”
Per l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni, il Fse 2.0 rappresenta una vera svolta culturale: «Ci consente di stare al passo con l’Europa e di semplificare il percorso di cura dei cittadini. La sanità non si basa più solo sul rapporto domanda-offerta, ma sui bisogni reali delle persone».
Secondo Faraoni, il fascicolo aiuterà anche a evitare esami e prestazioni inutili, migliorando l’appropriatezza delle cure e l’organizzazione dei servizi, soprattutto in un contesto in cui stanno nascendo nuove strutture come le case e gli ospedali di comunità.
Caudo: “Una grande sfida per risollevare la sanità siciliana”
Il presidente dell’Ordine dei Medici di Messina, Giacomo Caudo, definisce il Fse «una grande opportunità e un balzo in avanti per la sanità italiana e siciliana». Avere dati clinici ordinati e immediatamente consultabili, spiega, consente diagnosi più mirate, meno accertamenti superflui e una migliore qualità delle cure, con benefici anche in termini economici.
Il ruolo centrale dei medici di famiglia
Il dirigente generale del Dasoe, Giacomo Scalzo, mette l’accento sul ruolo chiave dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta: «Saranno loro ad alimentare il profilo sanitario sintetico. In situazioni di emergenza, quando il paziente non può collaborare, il fascicolo può fare la differenza, anche salvando vite».
In Sicilia i medici coinvolti saranno circa 4.500, chiamati a costruire i fascicoli di quasi 4,8 milioni di cittadini. Un lavoro imponente che segna un passaggio decisivo verso una sanità più digitale, integrata e centrata sul paziente.

