Regioni: Istat, crollo Pil nazionale (-2,5). In Sicilia piu’ marcato

Roma, 27 nov – Nel 2012 il Pil nazionale ha segnato
una flessione del 2,5% rispetto all’anno precedente. Il calo
e’ risultato particolarmente accentuato nel Mezzogiorno
(-2,9%), e piu’ contenuto ne…

Roma, 27 nov – Nel 2012 il Pil nazionale ha segnato una flessione del 2,5% rispetto all’anno precedente. Il calo
e’ risultato particolarmente accentuato nel Mezzogiorno (-2,9%), e piu’ contenuto nel Nord-ovest (-2,3%), con
Nord-est e Centro in posizione intermedia (-2,5%). Sicilia e Basilicata fanno registrare le riduzioni piu’ marcate
(rispettivamente -3,2% e -3,1%) mentre la Provincia autonoma di Bolzano e’ l’unica area del Paese dove si e’ verificato un aumento dell’occupazione (+1,2%). Lo rivela il report dell’Istat sui conti economici regionali tra il 2010 e il
2012. Nel Nord-ovest, la Valle d’Aosta subisce la contrazione maggiore (-3,5%) e la Lombardia quella meno accentuata (-2,1%). Nel Nord-est il calo maggiore riguarda Trento (-2,8%) mentre Bolzano registra la riduzione del Pil piùcontenuta (-0,7%). Al Centro il Pil subisce una forte flessione in Umbria e Marche (-3,1% in entrambi i casi),
mentre in Toscana si registra la riduzione minore (-1,9%).Nel Mezzogiorno la caduta del Pil e’ particolarmente
accentuata in Sicilia (-3,8%) e Basilicata (-3,6%) piu’ tenue in Campania (-2%). Nel Nord-est la caduta dell’attivita’ economica e’ da attribuirsi soprattutto alle rilevanti diminuzioni del valore aggiunto nel settore primario (-7,3%) e nell’industria (-3,7%). Il Nord-ovest segna, invece, una performance migliore di quella nazionale in tutti i settori eccetto quello dei servizi dove si registra una diminuzione dell’1,9%. Nel Centro la contrazione risulta particolarmente
marcata per industria (-5,3%) e costruzioni (-9,2%). Infine la peggiore performance del Mezzogiorno trae origine da
cadute piu’ forti di quelle registrate a livello nazionale nei settori delle costruzioni (-9,4%) e dei servizi (-2,2%). Alla contrazione dell’attivita’ produttiva si e’ accompagnata, nel 2012, una dinamica molto negativa dei
consumi finali in volume delle famiglie, diminuiti a livello nazionale del 4%. La spesa per consumi si e’ contratta in
misura maggiore nelle regioni del Mezzogiorno (-4,7%) ma ha subito cadute marcate anche nelle altre ripartizioni,
comprese tra il -3,7% del Nord-est e il -3,9% del Centro. La Campania e’ risultata la regione piu’ in difficolta’ (-5,5%),
mentre le famiglie di Trento e Bolzano sono quelle che hanno ridotto meno i loro livelli di spesa (rispettivamente -2,4% e -2,5%). Nel 2012 anche sul fronte dell’occupazione si sono manifestati risultati negativi in tutte le regioni: a fronte di un calo delle unita’ di lavoro dell’1,1% a livello nazionale, la flessione maggiore ha riguardato anche in
questo caso il Mezzogiorno (-1,4%) e quella piu’ contenuta il Nord-est (-0,8%).