Pizzo per restituire i morti in obitorio, 15 arresti a Palermo

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni telefoniche e telecamere nascoste, ha svelato un sistema consolidato: alcuni operatori del Policlinico ricevevano denaro per “oliare” le procedure burocratiche, restituendo le salme di pazienti deceduti, anche in caso di autopsie disposte dalla magistratura, in tempi ridotti rispetto a quanto previsto dalla legge. Tra i casi finiti nel fascicolo investigativo, spicca quello della salma di Francesco Bacchi, il giovane ucciso fuori da una discoteca di Balestrate nel gennaio 2024. In una delle intercettazioni, un operatore commentava: “Mii, un mare di piccioli ci sono qua”, mentre calcolava con i colleghi le quote delle mazzette che ciascuno avrebbe ricevuto.

Le prove raccolte dagli investigatori sono circostanziate e documentate. In un video ripreso dalle telecamere nascoste, un dipendente di un’impresa di pompe funebri consegnava 200 euro in banconote da 50 a un operatore del Policlinico, con un dialogo che confermava l’ammontare esatto della tangente: “Uno, due, tre e quattro… sono giusti?” chiedeva, con la risposta dell’interlocutore: “Giustissimi… grazie sempre”.

Sistema ramificato e reati eticamente gravi


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