Il Palermo e i palermitani, quando il calcio è appartenenza

Il mondo del calcio è affascinante con le sue pecche, i suoi limiti ed i suoi innumerevoli eccessi ma ha un solo grande Tycoon: i tifosi. Quando si parla di calcio non si può dimenticare che prima dei risultati sportivi, prima dei soldi è la passione dei tifosi a rendere omaggio e dare credibilità ad un microcosmo che sa fa di tutto per far parlare tanto di se attraverso i suoi interpreti, che siano campioni, dirigenti, imprenditori facoltosi o fondi d’investimento.

Palermo è entrata nel vortice del business legato al calcio negli ultimi anni. È indubbio che fino all’era Zamparini la visione del calcio e della squadra da parte de tifoso medio è stata più romantica e scevra da ragionamenti cervellotici come spesso si sente nei soliti bar a cui diamo voce e tra i vicoli della città.

I nuovi standard societari

La società rosanero, a torto o a ragione, sta cercando di imporre uno standard più mentale ed economico che sportivo. Non mancano però alcuni dettagli o difetti di comunicazione, a partire da alcuni esponenti dell’ufficio stampa non sempre impeccabili nel dialogare serenamente con gli organi di stampa (pensiero che sembra più o meno condiviso nel panorama dell’editoria sportiva). Probabilmente hanno ragione loro a mettere il risultato sportivo come obiettivo finale di una corretta programmazione che possa dare stabilità economica e regalare le platee calcistiche che la città di Palermo probabilmente merita.

Probabilmente perché il condizionale è d’obbligo, visto che la città non è mai stata in grado negli ultimi 40 anni di avere imprenditori locali solidi, con capacità d’investimento importanti e soprattutto così tanto tifosi da provare a raggiungere queste platee.

La passione dei tifosi

Quella che mai è mancata invece è la passione dei tifosi. Che fosse la cavalcata verso la serie A con l’irriverente Zamparini condita da momenti di grande calcio, fortissimi campioni e sprazzi d’Europa, il tifoso ha vissuto sempre con la voglia di raggiungere l’irraggiungibile. Passione che non è mai tramontata anche quando le Aquile hanno dovuto svolazzare in Serie D.

E ridondano ancora le domande dei supporter rosanero: “Se il Napoli è andato in Champions League perché noi no? Se il Napoli ha vinto lo scudetto perché noi no?” Domande lecite, perché in realtà i tifosi hanno bisogno di sognare e per farlo si aggrappano a tutto, alle difficoltà della vita di tutti i giorni, ad un gol che strappa un sorriso ai propri figli, ad una carambola o ad una rovesciata come quella famosa di Nuccio alla riapertura dell’allora Favorita.

È giusto criticare chi sta investendo nel Palermo?

Per partito preso no eppure a volte i tifosi sono feroci nelle loro analisi ed è giusto mitigare ma non sottovalutare il loro pensiero. Quando noi organi di stampa siamo critici nei confronti di questa società è perché nonostante sia apprezzabile il progetto di stabilità, sembra di essere difronte ad uno schema finanziario che non lede di certo i valori dello sport ma mitiga quella passione che solo il senso di appartenenza alle proprie radici e la fede calcistica dei tifosi tiene in piedi .

Fede calcistica che si palpa con mano quando piccole città del nord vengono invase dai colori rosanero dando a questa società una carezza ed uno schiaffo. La carezza è sicuramente dovuta dall’amore dei tifosi verso questi colori e lo schiaffo perché non si è disposti a ragionare con la calcolatrice in mano. Questo fondo doveva fare di più? forse, poteva fare di piu? sicuramente, se non finanziariamente dal punto di vista tecnico. La presenza di Corini in panchina continua ad essere la dimostrazione che non si cerca di costruire un gioco che manca e non si è mai visto a prescindere dalla posizione in classifica. Quello che sembra mancare è l’“esigenza di voler vincere ora” mentre si assiste ad un “speriamo di vincere”.