Convegno Uneba, Poletti: “Occorre fare rete per i più deboli”

Convegno Uneba. Fare rete tra tutte le istituzioni e investire in prevenzione sono due strade per garantire un futuro di speranza ai minori, anche quelli nelle situazioni più disagiate.

E’ il messaggio conclusivo di “Bambini e ragazzi, quale futuro?” tre giorni di convegno nazionale sul tema dei minori organizzato dal 18 al 20 gennaio a Catania dal non profit di Uneba (www.uneba.it) assieme all’Università di Catania e alla Scuola superiore di scienze dell’educazione “San Giovanni Bosco” di Firenze. Un convegno che apre un percorso di condivisione di idee e progettazione di nuovi servizi per minori che proseguirà in tutta Italia.

Alla giornata conclusiva è intervenuto il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti.

Convegno Uneba: l’intervento di Poletti

Andrea Blandi, responsabile nazionale della formazione di Uneba, e Franco Massi, presidente nazionale di Uneba, hanno ringraziato il ministro per il suo operato, e presentato il percorso di Uneba le sue richieste alla politica. “Non chiediamo miracoli – ha detto Massi- ma prospettive e risorse realistiche. Certezze per poter programmare il futuro”.

Poletti ha aperto il suo intervento al convegno Uneba con un ringraziamento agli enti e ai lavoratori di Uneba: “Grazie per quello che fate, se l’Italia è meglio di quello che potrebbe essere, è grazie a voi”.

Ha poi sottolineato l’importanza della collaborazione e del fare rete.

“Nessuno – ha detto Poletti –  è sufficiente a sé: non lo è la politica, non lo è l’azione sociale, non lo è l’azione economica. Abbiamo bisogno di grande integrazione e di capacità di dialogo. Abbiamo bisogno di coprogettare, di costruire una cultura e una consapevolezza condivise”.

Un esempio di questa collaborazione lo ha portato lo stesso Poletti: la “rete di protezione sociale” prevista dalla nuova legge sul Reddito di Inclusione.

“Una rete che metta in relazione tutti: Stato, Regione e Comuni, volontariato associazioni e scuola, con capacità di condivisione. Spero che la Riforma del Terzo Settore ci aiuti in questa direzione”.

Riforma che però non è ancora completa.

Il mio primo impegno è che la Riforma arrivi a pieno compimento: stiamo lavorando ogni giorno per atti e circolari, e ringrazio il Forum del Terzo Settore per la collaborazione”

Anche il ministro ha insistito sulla prevenzione. “Dobbiamo introdurre una nuova logica di bilancio: non più misurare solo quanto costa fare le cose, ma anche quanto costa o può costare non farlo: e quindi prevenire, anticipare le situazioni, pensare in termini di investimenti e non di spese.

ALCUNE ALTRE VOCI

Nel trattare “L’impresa sociale come nuova frontiera per l’occupazione dei giovani”, Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociale, ha ribadito la centralità del tema delle competenze e della socializzazione al lavoro, e il valore dell’impresa sociale come una delle forme più funzionali a proporre innovazione

Claudia Fiaschi del Forum Terzo Settore ha evidenziato che al fianco dei Neet, giovani che non studiano e non lavorano, c’è la generazione startup, che accetta la scommessa del futuro. “Dov’è il delta, la differenza tra i neet e i giovani che ce la fanno? -si è chiesta e ha risposto -In coraggio, tenacia, umiltà, utilizzo della tecnologia per collegarsi e non per isolarsi, alta capacità di socialità”

Ha cercato di fare sintesi dei risultati del convegno e degli workshop Simone Olianti, docente della Scuola superiore di scienze dell’educazione San Giovanni Bosco. Ed è volato alto.“Noi esseri umani – ha detto Olianti -. esistiamo solo se amati e riconosciuti, e di questo i bambini hanno un bisogno assoluto. Si parla tanto di libertà, ma la libertà senza responsabilità è pericolosa. Un’etica della cura e della responsabilità è fondamentale per fare assistenza alle persone.

Prendersi cura dà senso alla vita dei bambini e dei ragazzi, ed anche alla nostra. Lavorando insieme, e puntando sulla prevenzione, si può vincere, si possono ottenere risultati preziosi”.