Un ristoratore di Aspra per non chiudere assume tutti. Controlli a tappeto della Guardia di Finanza

Controlli diffusi nelle principali località costiere e turistiche del palermitano, sono stati svolti durante la settimana di ferragosto dai Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo per il contrasto al lavoro nero, fenomeno che nel periodo estivo rischia di aumentare soprattutto per il ricorso a manodopera non in regola da parte di esercizi commerciali che vi ricorrono per fronteggiare l’aumento della clientela durante la stagione.
I finanzieri hanno controllato nel complesso 20 esercizi, scoprendo casi d’irregolarità in 18 di questi, che hanno nel complesso impiegato 51 lavoratori in nero e 4 irregolari.

In particolare, nel caso di un ristorante della frazione marinara di Aspra, su un totale di 12 lavoratori identificati all’atto dell’accesso dai finanzieri della Compagnia di Bagheria (PA), 6 sono risultati completamente in nero. Il titolare dell’attività, un cinquantenne bagherese, alla richiesta di esibire tutta la documentazione ed i rispettivi contratti di lavoro dei dipendenti, ha dovuto ammettere che soltanto la metà di essi era stata regolarmente assunta, mentre per gli altri 6 non è stato in grado di certificare la legittimità della posizione lavorativa.

Pesanti le conseguenze della condotta illecita: secondo la normativa vigente, infatti, ai 1.500 Euro pro-capite di maxisanzione, bisogna aggiungere circa 38 Euro per ogni lavoratore scoperto e per ciascuna giornata lavorativa “in nero”accertata in fase di controllo, nonché un’ulteriore quota di 250 Euro per ogni “mancato” contratto di lavoro e, quindi, per ogni lavoratore irregolare. Dai calcoli, quindi, il verbale elevato dalla Guardia di Finanza al locale di Aspra ammonta a oltre 10.700 Euro.

Inoltre, la normativa prevede che qualora venga accertato che più del 20% dei lavoratori complessivamente identificati sia privo di regolare contratto – come nel caso del ristorante – l’Ispettorato del Lavoro competente emette un provvedimento di sospensione dell’attività, fintanto che non venga regolarizzata la posizione lavorativa dei dipendenti e pagata la maxisanzione. Proprio per scongiurare questa ipotesi, il titolare del ristorante ha provveduto alla tempestiva regolarizzazione dei rapporti di lavoro dei 6 dipendenti, i quali, quindi, sono stati tutti legalmente assunti ed ha versato all’erario il dovuto.