#Tanomattinale 27 aprile 2022: AstroSamantha è nella stazione spaziale, l’aspettano sei mesi di ricerche importanti; guerra in Ucraina, denuncia di nuove atrocità, il ricatto del gas, le nuove terribili minacce di Putin mentre i turchi ipotizzano un incontro impossibile tra i due presidenti, Mattarella e la Russia “fuori dalle regole”; doppio cognome per i figli, la sentenza della Corte Costituzionale

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Apro oggi, voglio farlo, una volta tanto con una bella notizia, di quelle che fanno sognare e che ci riporta a una clima di pace e cooperazione internazionale. Ma siamo nello spazio: la navicella Crew Dragon della compagnia di Elon Musk si è agganciata perfettamente al boccaporto della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, alle ore 1.40 italiane. A bordo, l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, la nostra grandissima “AstroSamantha”, alla sua seconda missione sulla ISS. L’equipaggio è formato dal comandante di veicolo Kjell N. Lindgren, dal pilota Robert Hines e, oltre alla Cristoforetti, dalla specialista di missione Jessica Watkins. Appena raggiunta la Stazione, l’applauso dal centro texano di Houston da parte del personale Nasa, Esa e Space X. La navicella ha condotto un “inseguimento orbitale” durato circa 17 ore. A bordo del laboratorio orbitante, gli astronauti trascorreranno quasi sei mesi per la “Expedition 68”, conducendo ricerche scientifiche in settori quali la scienza dei materiali, le tecnologie sanitarie e la scienza delle piante, per preparare l’esplorazione umana oltre l’orbita terrestre. Il loro rientro è previsto per metà settembre. Per AstroSamantha, come abbiamo detto,è la seconda missione, dopo Futura, del 2014-2015. Ad accogliere i quattro astronauti della Crew Dragon ci saranno i sette membri dell’equipaggio della Stazione Spaziale, tra cui il collega di AstroSam, Matthias Maurer, anche lui dell’ Esa, arrivato a bordo nel novembre 2021 con la missione Crew-3 e che presto dovrò rientrare a Terra. Ci sono anche i cosmonauti russi Oleg Artemyev, Denis Matveev e Sergey Korsakov.

L’ingresso di Cristoforetti sulla Stazione Spaziale segnerà l’inizio della missione europea Minerva. Nei mesi che trascorrerà a bordo l’astronauta avrà il ruolo di leader del Segmento orbitale americano, che comprende sei moduli e componenti statunitensi, europei e canadesi della Stazione. L’astronauta italiana lavorerà a numerosi esperimenti scientifici, sei dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e aiuterà a completare l’installazione del Braccio Robotico Europeo (Era), lungo 11 metri, che servirà a muovere carichi attorno alla sezione russa della Iss: un’operazione che potrebbe comprendere una passeggiata spaziale, al momento non confermata. Bellissima la foto del bacio ai bambini prima della partenza. Buona fortuna e buon lavoro, mitica Samantha.

Guerra Russia-Ucraina giorno 64. Gazprom ha confermato in un comunicato di aver bloccato le forniture di gas alla società bulgara Bulgargaz e alla polacca Pgnig in seguito al mancato pagamento in rubli nei tempi previsti. “Gazprom Export ha notificato (ieri, ndr) a Bulgargaz e a Pgnig la sospensione delle forniture di gas a partire da oggi fino a che i pagamenti non saranno effettuati come previsto dalle procedure illustrate nel decreto” dello scorso 31 marzo, si legge nel comunicato. Minacce della Duma russa anche agli altri “stati ostili”, Italia compresa e durissima reazione delle presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen contro il ricatto del gas. Sul campo si moltiplicano le orrende notizie sulle atrocità commesse dagli invasori. Ha denunciato all’Onu l’ambasciatrice generale per la Giustizia penale, Beth Van Schaack, come riporta la Cnn: “Abbiamo informazioni credibili che un’unità militare russa che opera nelle vicinanze di Donetsk ha giustiziato degli ucraini che stavano tentando di arrendersi, piuttosto che prenderli in custodia”, ha detto Van Schaak. “Se fosse vero, questa sarebbe una violazione di un principio fondamentale delle leggi di guerra: il divieto contro l’esecuzione sommaria di civili e combattenti”.

Van Schaak ha anche detto che gli Stati Uniti hanno “rapporti credibili di individui uccisi in stile esecuzione con le mani legate; corpi che mostrano segni di tortura; orribili racconti di violenza sessuale contro donne e ragazze”. “Queste immagini e rapporti suggeriscono che le atrocità non sono il risultato di unità o individui disonesti; piuttosto, rivelano un modello profondamente inquietante di abuso sistematico in tutte le aree in cui le forze russe sono impegnate”, ha aggiunto. L’atteggiamento del dittatore russo Putin è sempre più lucidamente minaccioso, le sue parole suonano sempre più inquietanti e piene di messaggi sinistri, vanno lette con attenzione al di là della componente di retorica propagandistica.

Eccole dalla fonte principale, la Tass, agenzia di stampa ufficiale. “La Russia darà una risposta immediata ai tentativi esterni di interferire nella situazione in Ucraina”, ha affermato mercoledì il presidente Vladimir Putin in un incontro con il Consiglio dei legislatori russo. “Se qualcuno dall’esterno si muove per interferire negli attuali sviluppi, dovrebbe sapere che creerà davvero minacce strategiche alla Russia, che sono inaccettabili per noi, e dovrebbero sapere che la nostra risposta agli assalti sarà immediata, sarà rapida”, ha affermato. Putin ha osservato di aver menzionato la possibilità di un tale scenario “all’inizio dell’operazione militare speciale” in Ucraina. Il presidente ha sottolineato che la Russia è stata in grado di rispondere con i mezzi che i suoi oppositori non avevano ancora. “Abbiamo tutti gli strumenti per farlo, strumenti di cui gli altri al momento non possono vantarsi, ma quanto a noi non ce ne vantiamo. Li useremo se ce ne sarà bisogno e vorrei che tutti lo fossero consapevole di questo Abbiamo preso tutte le decisioni necessarie al riguardo”, ha affermato il presidente. Allo stesso tempo, Putin ha sottolineato che la Russia avrebbe raggiunto gli obiettivi fissati per l’operazione militare speciale in Ucraina. “I nostri soldati e ufficiali, così come le milizie del Donbass, stanno facendo coraggiosamente il loro dovere. Tutti gli obiettivi saranno raggiunti”, ha sottolineato Putin”.

Altre parole il capo del Cremlino ha dedicato a quella che ha definito una nuova arma geopolitica nelle mani dell’Occidente. “I nemici del nostro Paese hanno accelerato la creazione di una nuova arma geopolitica. In effetti, non è una novità, ma ci hanno messo più muscoli. Hanno fatto della russofobia e dei neonazisti la loro arma preferita e da molti anni hanno trasformato con arroganza e senza tante cerimonie la nostra vicina Ucraina nell’antagonista della Russia”, ha detto ancora ai membri del Consiglio dei legislatori. Ha sottolineato che l’Ucraina è stata spinta verso uno scontro diretto con la Russia dall’esterno. Nelle dottrine ucraine è stato descritto un attacco militare contro la Crimea e il Donbass. In una situazione come questa il popolo ucraino doveva svolgere il ruolo di “materiale di consumo”.

“Gli ultimi eventi, comprese le ambizioni nucleari del regime di Kiev, il dispiegamento di una rete di laboratori biologici occidentali sul territorio ucraino e la fornitura continua di armi avanzate all’Ucraina hanno confermato che la nostra reazione a questi disegni cinici è stata corretta e tempestiva”, ha affermato Putin. Ha ricordato che inizialmente la Russia aveva adottato un “atteggiamento benevolo, amichevole, cameratesco e fraterno” nei confronti della creazione di uno stato ucraino indipendente.

“Certo, poi siamo partiti dal presupposto che sarebbe stato un Paese amico, che continueremo a rafforzarci e a svilupparci a vicenda, creando le condizioni più competitive per il nostro sviluppo. Nel nuovo contesto storico. Ma, ovviamente, nessuno aveva previsto l’emergere dell’antagonista della Russia sui territori storicamente russi. Non possiamo permettercelo”, ha detto Putin”Tutto ciò in netta contraddizione con altre notizie di un incontro impossibile tra i presidenti delle parti in conflitto. Scrive ancora Tass: “La Turchia spera che un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo ucraino Vladimir Zelensky abbia luogo nei prossimi giorni, ha affermato mercoledì il ministro della Difesa turco Hulusi Akar a seguito delle consultazioni sull’assistenza militare occidentale a Kiev tenutesi presso la base aerea di Ramstein in Germania. “Ci auguriamo che, nonostante alcune difficoltà, i due leader possano incontrarsi nei prossimi giorni grazie alle proposte del nostro presidente [Recep Tayyip Erdogan]”, ha affermato il ministero della Difesa turco. Secondo Akar, “la Turchia continua a contribuire, a fare tutto il necessario, anche svolgendo un ruolo di mediazione, affinché la situazione umanitaria in Ucraina non si deteriori e si raggiunga al più presto un cessate il fuoco”.

Ankara esprime regolarmente il desiderio di ospitare un incontro tra Putin e Zelensky, ma Mosca ha più volte risposto a tali proposte spiegando che Putin non ha mai rifiutato in linea di principio di incontrare Zelensky, ma che occorre preparare un testo del documento sull’Ucraina”. La risposta ucraina su Ukrinform news, agenzia di stampa ufficiale: “Né l’ora né il contesto dell’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo omologo russo Vladimir Putin sono stati ancora determinati. Questo secondo Mykhailo Podoliak, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente, che ha commentato la dichiarazione del capo della difesa turco secondo cui un tale incontro potrebbe aver luogo nei prossimi giorni. “Certamente la Turchia, rendendosi conto delle devastanti conseguenze per la regione del Mar Nero della guerra scatenata dalla Russia, sta cercando di accelerare la risoluzione del conflitto. Tuttavia, il momento dell’incontro dei presidenti dei due Paesi e il contesto di tale incontro hanno non è stato ancora determinato”, ha detto Podoliak. Ha sottolineato che c’è una certa intensificazione delle ostilità nell’Ucraina orientale, così come i continui tentativi degli invasori russi di distruggere completamente Mariupol.

D’altra parte, secondo il consigliere del capo dell’Ufficio di Presidenza, continuano le consultazioni a livello di sottogruppi di lavoro, finalizzate a preparare in termini giuridici le posizioni delle parti. “Non appena appariranno alcuni dettagli, faremo un annuncio speciale”, ha promesso Podoliak”.

Di guerra e di pace ha parlato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo. Un discorso di altissimo profilo, troppo lungo per riportarlo tutto, mi limito a questo passaggio (dal sito ufficiale Quirinale.it): “La pace non si impone automaticamente, da sola, ma è frutto della volontà degli uomini. Viviamo oggi, nuovamente, l’incubo – inatteso perché imprevedibile – della guerra nel nostro Continente. Si pratica e si vorrebbe imporre l’arretramento della storia all’epoca delle politiche di potenza, della sopraffazione degli uni sugli altri, della contrapposizione di un popolo – mascherato, talvolta, sotto l’espressione “interesse nazionale” – contro un altro. Imperialismo e neo-colonialismo non hanno più diritto di esistere nel terzo millennio, quali che siano le sembianze dietro le quali si camuffano. Non è più il tempo di una visione tardo-ottocentesca, e poi stalinista, che immagina una gerarchia tra le nazioni a vantaggio di quella militarmente più forte. Non è più il tempo di Paesi che pretendano di dominarne altri. L’opzione è stata effettuata da tempo con il passaggio delle relazioni internazionali dalla estraneità agli aspetti giuridici alla civiltà del diritto. Di fronte a un’Europa sconvolta dalla guerra nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile. La Federazione Russa, con l’atroce invasione dell’Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito, contribuendo ad applicarle. La deliberazione di questa Assemblea parlamentare – del Consiglio d’Europa – di prendere atto della rottura intervenuta è coerente con i valori alla base dello Statuto dell’organizzazione, che indica la strada di una unione più stretta delle aspirazioni comuni dei popoli europei. La responsabilità della inevitabile sanzione adottata ricade interamente sul Governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina. Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli”.

Molto importante, storica per l’Italia, la sentenza della Consulta sulla questione dell’attribuzione del cognome ai figli. Riporto integralmente il comunicato stampa, decisamente chiaro: “La Corte costituzionale, riunita in camera di consiglio, ha esaminato oggi le questioni di legittimità costituzionale sulle norme che regolano, nell’ordinamento italiano, l’attribuzione del cognome ai figli. In particolare, la Corte si è pronunciata sulla norma che non consente ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e su quella che, in mancanza di accordo, impone il solo cognome del padre, anziché quello di entrambi i genitori.In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale fa sapere che le norme censurate sono state dichiarate illegittime per contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

La Corte ha ritenuto discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre. Nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. Pertanto, la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico.

La Corte ha, dunque, dichiarato l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. È compito del legislatore regolare tutti gli aspetti connessi alla presente decisione. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane”.

E’ tutto anche per oggi, purtroppo ancora tanti, troppi motivi per non stare tranquilli. Buona giornata (le foto dal web)