All’Assemblea regionale siciliana si è aperta la seduta dedicata alla mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, Renato Schifani. L’Aula ha dato avvio ai lavori in un clima politico carico di tensioni, con un calendario che prevede circa cinque ore di confronto serrato tra maggioranza e opposizioni.
La mozione, presentata ai sensi dell’articolo 10 dello Statuto speciale, ha carattere decisivo: la sua eventuale approvazione comporterebbe la caduta dell’intero governo regionale. Perché il documento passi serve la maggioranza assoluta dell’Assemblea, pari ad almeno 36 voti favorevoli.
A presiedere la seduta è il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, al centro delle cronache giudiziarie per la richiesta di rinvio a giudizio avanzata in giornata dalla procura di Palermo per ipotesi di corruzione e peculato. In Aula è presente anche il presidente Schifani, pronto a difendere il proprio operato.
Nel suo intervento, Schifani ha replicato duramente ai gruppi che hanno presentato la mozione di sfiducia.
«Una controproposta di programma delle opposizioni non c’è. Solo tre ore di accuse e nefandezze politiche», ha dichiarato davanti ai deputati.
Il governatore ha poi affrontato i temi più sensibili legati agli scandali che hanno coinvolto esponenti politici e funzionari regionali.
«I grandi appalti che conosciamo tutti — il polo pediatrico, i termovalorizzatori — li abbiamo affidati a Invitalia. Ma se un funzionario regionale fa un patto scellerato con un imprenditore, cosa può fare il governo della Regione?», ha affermato.
Un passaggio anche sulla vicenda che ha travolto l’area centrista e in particolare l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro:
«È stato uno scossone. Resta inalterato il rapporto di stima verso i due ex assessori e il gruppo parlamentare della Dc. Ci sono altri casi, è vero, ma sono garantista e attendo le sentenze».
L’esito della mozione è considerato un momento chiave per gli equilibri di governo: un test della tenuta della maggioranza che sostiene Schifani e uno snodo per il futuro della legislatura. Mentre il dibattito prosegue, l’Aula resta divisa e l’attenzione è massima su possibili movimenti interni ai gruppi parlamentari.
La votazione è attesa al termine dell’intenso confronto: solo allora sarà chiaro se il governo regionale potrà proseguire la legislatura o se si aprirà una nuova fase politica in Sicilia.
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