I genitori sono titolari della cosiddetta “responsabilità genitoriale”, un tempo chiamata “potestà”, a sottolineare il fatto che oggi viene considerata più un dovere che una facoltà. Sotto si riporta quanto previsto dall’art. 316 del Codice Civile e precisamente:- ante riforma: “Il figlio è soggetto alla  potestà dei  genitori  sino  all’età maggiore o  all’emancipazione. Questa  potestà è esercitata dal padre.

Dopo la morte del padre e negli  altri  casi  stabiliti  dalla legge essa è esercitata dalla madre”;- post riforma: “Entrambi i genitori hanno la responsabilità genitoriale che è esercitata di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio. I genitori di comune accordo stabiliscono la residenza abituale del minore. In caso di contrasto su questioni di particolare importanza ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei. Il giudice, sentiti i genitori e disposto l’ascolto del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento, suggerisce le determinazioni che ritiene più utili nell’interesse del figlio e dell’unità familiare.

Se il contrasto permane il giudice attribuisce il potere di decisione a quello dei genitori che, nel singolo caso, ritiene il più idoneo a curare l’interesse del figlio. Il genitore che ha riconosciuto il figlio esercita la responsabilità genitoriale su di lui. Se il riconoscimento del figlio, nato fuori del matrimonio, è fatto dai genitori, l’esercizio della responsabilità genitoriale spetta ad entrambi. Il genitore che non esercita la responsabilità genitoriale vigila sull’istruzione, sull’educazione e sulle condizioni di vita del figlio”.