Ars, rimandato in prima commissione il ddl antiparentopoli

Braccio di ferro tra governo e Ars sul ddl antiparentopoli. Lungo e sterile il dibattito in aula. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha invitato dopo i molti interventi dei deputati che la commissione Affari istituzionali, presieduta da Marco Forzese (democratici riformisti) a “precettare” il governo sul ddl oggetto di insanabili controversie. Ardizzone ha invitato la prima commissione a investire il governo “per iscritto e stabilendo tempi precisi” nella ripresentazione del testo all’Ars. “Il governo – ha detto – rimuova i profili di incostituzionalità in tempi certi e riproponga il ddl in parlamento, invito la commissione affari istituzionali a formulare espressamente e per iscritto questa richiesta, altrimenti, se il governo non dovesse rispondere, sarà la conferenza dei capigruppo a decidere”. La presidenza dell’Ars, citando l’articolo 68 ter del regolamento dell’Ars ha messo così un blocco alla discrezionalità del governo a cui sembrava essere rimesso il disegno di legge con il forte dubbio che fosse ripresentato in Aula, dove Crocetta non avrebbe al momento i numeri. Il ddl sarà a questo punto rinviato al governo che non potrà “seppellirlo” come hanno paventato diversi deputati dell’opposizione, ma dovrà ripresentarlo a settembre.
Scorro in aula tra il presidente della prima Commissione Marco Forzese e il predidente Ardizzone. Forzese prendendo la parola ha espresso l’intenzione di volerfar votare all’aula il testo come esitato oggi dalla sua Commissione e qualora ci fossero stati motivi d’incostituzionalità sarebbe stato compito del COmmissario dello Stato evidenziarli. Ma Ardizzone stizzito ha alzato la voce e ha detto: “Quando il Commissario dello Stato stralcia un provvedimento votato in aula per noi è uno schiaffo morale!”. Forzese riprendendo la parola in buon ordine ha dichiarato che avrebbero nuovamente sottoposto al Governo il ddl e che però questo devve essere votato prima della chiusura estiva dei lavori d’aula.
La decisione di Ardizzone viene dopo una serie di interventi di tutti gli esponenti della maggioranza che chiedevano un rinvio al governo del ddl antiparentopoli, così come proposto da Forzese e dei gruppi Grande sud- Pid, Art. 4, Democratici riformisti, Pdl. Secondo Toto Cordaro Pid- Grande Sud :”Dopo settimane di accesa discussione la montagna non ha partorito nemmeno il topolino. La scelta della prima commissione che ha un maggioranza ampia di rinviare gli atti del ddl antiparentopoli al governo per una riscrittura è l’immagine di una torre di Babele, che giorno dopo giorno allontana la politica dai siciliani, mentre il governo che non ha una maggioranza, si occupi di sviluppo e lavoro e lasci al parlamento la facoltà di approvare a settembre un codice di autoregolamentazione”. Per il capo dell’opposizione Nello Musumeci: “La delegittimazione della classe politica in Sicilia non può essere circoscritta nella geografia abituale, ha orami contaminato tutti i partiti politici, da Palermo a Ragusa, ma è sbagliato continuare a legiferare sotto la spinta emotiva della piazza”. Per Giancarlo Cancelleri (M5s) “Il ddl antiparentopoli contiene norme apprezzabili ed erano fortemente volute, in termini mediatici, dal governo, ma Crocetta non lo difende oggi, dovrebbe essere lui a battersi, spero che nessuno chieda voto segreto, su questo ddl, si voti con voto palese per far capire a tutti i cittadini chi veramente vuole una regione normale”.