Analisi Istituto Tagliacarne su Green Economy e ambiente della Città Metropolitana di Palermo

Albanese (Camera di commercio Palermo): “Dati confortanti su investimenti e tutela del territorio, ma si fatica ancora su energia pulita, occupazione green e gestione rifiuti”
Produzione di energia da fonti rinnovabili, investimenti in tecnologie green, ‘green jobs’, raccolta differenziata, consumo di suolo. Dall’analisi realizzata da “Dataview”, il barometro dell’economia territoriale dell’Istituto “G. Tagliacarne” (con dati Ispra, Fondazione Symbola Unioncamere, Ministero del Lavoro) emerge che l’area della Città metropolitana di Palermo ha tre indicatori su 6 in segno positivo. Palermo e la sua provincia mostrano segnali efficaci sul fronte delle imprese con dipendenti che hanno investito tra il 2019 e il 2024 in prodotti e tecnologie green e presenta numeri confortanti sull’incidenza del suolo consumato sulla superficie territoriale, un parametro cruciale per monitorare l’impatto dell’urbanizzazione e promuovere politiche di tutela del territorio. Palermo e provincia restano indietro, invece, nel 2024 nella produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili sul totale della produzione lorda, nelle attivazioni di contratti di green jobs previsti dalle imprese sul totale contratti attivati e nella raccolta differenziata di rifiuti urbani sul totale produzione.
Ecco tutti i dati relativi agli indicatori e le relative performance e la posizione in graduatoria provinciale a livello nazionale:
· Incidenza percentuale delle imprese con dipendenti che hanno investito nel periodo 2019-2023 e/o investiranno nel 2024 in prodotti e tecnologie green: 41,2%, posizione in graduatoria provinciale 27 (valore indicatore migliore rispetto alla media Italia);
· Incidenza percentuale del suolo consumato sulla superficie territoriale anno 2024: 5,7%, posizione in graduatoria provinciale 31 (valore indicatore migliore rispetto alla media Italia)
· Incidenza percentuale del suolo consumato sulla superficie territoriale anno 2024 (numero indice 2006=100) 105,9 (valore indicatore migliore rispetto alla media Italia) posizione in graduatoria provinciale 50
· Incidenza percentuale della produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili sul totale della produzione lorda anno 2024: 38,2%; posizione in graduatoria provinciale 79 (valore indicatore peggiore rispetto alla media Italia)
· Incidenza percentuale delle attivazioni di contratti di green jobs previsti dalle imprese sul totale contratti attivati anno 2024: 29,6%; posizione in graduatoria provinciale 80 (valore indicatore peggiore rispetto alla media Italia)
· Incidenza percentuale della raccolta differenziata di rifiuti urbani sul totale produzione anno 2024: 36,9%; posizione in graduatoria provinciale 107 (valore indicatore peggiore rispetto alla media Italia).
“Sono informazioni molto importanti – spiega Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio Palermo Enna – perché forniscono una panoramica dettagliata sulla performance della Città metropolitana di Palermo in termini di sostenibilità ambientale e sviluppo della green economy. Emerge un quadro a due velocità sul fronte della sostenibilità ambientale ed economica, con tre indicatori su sei in segno positivo, il territorio mostra segnali incoraggianti soprattutto nelle dinamiche strutturali di medio periodo, ma evidenzia ritardi significativi nelle performance operative e nei risultati concreti.
Tra gli aspetti più positivi – sottolinea Albanese – spicca il comportamento delle nostre imprese, a testimonianza di una crescente sensibilità del tessuto produttivo locale verso l’innovazione sostenibile, anche se resta da consolidare un potenziale economico ‘verde’. A questo si aggiunga il contenimento del consumo di suolo, Palermo mostra una pressione urbanistica relativamente bassa rispetto al resto del Paese. Un risultato rilevante, perché il consumo di suolo è un indicatore chiave della qualità dello sviluppo territoriale e della capacità di tutelare risorse ambientali e paesaggistiche.
Le criticità – prosegue Albanese – restano marcate, in quanto siamo in forte ritardo nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con una posizione nazionale molto bassa, la qual cosa ci induce a riflettere sulle difficoltà nell’attuazione di politiche energetiche efficaci. Poi, ancora più problematici sono i risultati nella cosiddetta ‘occupazione verde’ e nella gestione dei rifiuti, perché i dati indicano che la transizione ecologica non si traduce ancora in modo significativo in nuove opportunità occupazionali, mentre la raccolta differenziata continua ad essere una delle principali debolezze del territorio”, conclude Albanese.

