Trapani, 1 gen. – Il cadavere di un immigrato e’ stato trovato nelle acque del trapanese. E’ ritenuto collegato allo sbarco avvenuto nelle coste di Campobello di Mazara, dove ieri sedici immigrati, tutti giovani tunisini, sono stati intercettati dalle forze dell’ordine nella zona costiera di Tre Fontane. Alcuni di loro hanno riferito di far parte di un gruppo di una quarantina di persone, due delle quali si sarebbero trovate in difficolta’ e non sarebbero riuscite a raggiungere il litorale. Arrestati dalle Fiamme Gialle della sezione operativa navale di Mazara i tre presunti scafisti tunisini: il comandante di 36 anni, un 32enne e un 48enne, a bordo del motopeschereccio inseguito e catturato nelle acque antistanti Capo Granitola. Avrebbero gettato i mare i migranti per poi fuggire.
Il motopesca a luci spente aveva tentato nella notte di sottrarsi al controllo, nonostante l’ordine di fermo intimato dall’unita’ navale delle fiamme gialle Guardia di Finanza. Dopo circa venti minuti di inseguimento la motovedetta ha bloccato il natante. Attraverso le testimonianze fornite dai migranti si e’ proceduto a un’indagine congiunta della Guardia di finanza, della polizia di Stato e dei carabinieri che ha permesso di individuare gli scafisti condotti nel carcere di Trapani.
Inquietanti le dichiarazioni rese dagli immigrati rintracciati sulla costa. Sembrerebbe, infatti, che i tre scafisti abbiano gettato in mare tutti i nordafricani, abbandonandoli ad alcune decine di metri dalla spiaggia, nonostante molti avessero urlato di non saper nuotare. I migranti hanno riferito che alcuni comagni di traversata sono annegati nel tentativo disperato di raggiungere la spiaggia.
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