Test di Medicina semestre filtro in Sicilia, in pochi lo superano: polemiche e ricorsi

Test Medicina 2017

Il primo appello del nuovo semestre filtro per l’ingresso a Medicina – introdotto quest’anno dal Mur – si chiude con un bilancio pesantissimo. I risultati ufficiali, pubblicati ieri sul portale dedicato degli atenei, mostrano percentuali di promossi molto basse in tutta Italia, con numeri particolarmente critici in Sicilia.

 A Palermo dei 2400 iscritti al semestre filtro, a provare il primo appello sono stati in 1909 e solo il 13% ha superato il test di Fisica, il 30% quello di Chimica e il 45% quello di Biologia. Non va meglio a Catania: su 1.830 partecipanti, appena il 9,4% ha superato Fisica, il 20% Chimica e il 33,8% Biologia.

Numeri che rispecchiano il trend nazionale, ma che confermano la complessità dei quesiti e le difficoltà generate dalla nuova modalità d’accesso.

Irregolarità durante le prove e polemiche ancora aperte

Il primo appello era già finito nell’occhio del ciclone a causa delle presunte irregolarità durante lo svolgimento dei test il 21 novembre. Diverse associazioni studentesche avevano chiesto l’annullamento della prova, denunciando la presenza in aula di cellulari, auricolari e altre violazioni dei regolamenti.

A Palermo, nonostante oltre 100 vigilanti, un cellulare è comunque squillato durante la prova, episodio che ha spinto l’ateneo ad aprire un’indagine con la polizia postale.

“I risultati omogenei su tutto il territorio nazionale possono essere considerati esito di quesiti più difficili – commenta Marcello Ciaccio, presidente della Scuola di Medicina di Palermo – Non sono attribuibili alle modalità delle lezioni, che ogni ateneo ha organizzato autonomamente”. Palermo, per carenza di aule, aveva optato per lezioni online.

Docenti e studenti contro il semestre filtro

Le critiche erano iniziate già prima dell’avvio dei corsi. La docente di Fisica applicata, Valeria Militello, sottolinea: “Il semestre filtro ha appiattito i contenuti di base e limitato la qualità della formazione iniziale. A pagarne il prezzo sono sia gli ammessi che i respinti”.

Dure anche le posizioni delle associazioni studentesche. Giovanni Milisenda (Intesa – Cda Ersu Palermo) osserva: “Abbiamo segnalato fin dall’inizio le criticità della didattica. Non ci stupiscono affatto questi risultati”.

Midiri: “Quesiti complessi e carenze pregresse degli studenti”

Il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, riconosce la difficoltà delle prove: “Fare insieme tre test ha creato confusione. Le lezioni sono state svolte correttamente, ma pesa una carenza di competenze che gli studenti si portano dietro dai percorsi scolastici. Speriamo nella seconda prova”. Al secondo appello del 10 dicembre, hanno partecipato anche gli studenti già promossi ma con punteggi bassi.

Ricorsi in massa: oltre 6.000 studenti ricorrono al TAR

La tensione cresce: un candidato su dieci è pronto a intraprendere vie legali. Su 60.000 iscritti nazionali, sono già circa 6.000 gli studenti che hanno avviato ricorso.

L’Unione degli Universitari (UDU) denuncia pesanti violazioni del principio di parità di trattamento. Il coordinatore nazionale, Alessandro Bruscella, parla di situazioni «inaccettabili»: “Di fronte alle irregolarità non possiamo stare a guardare”.

UDU segnala infatti plichi aperti in anticipo, prove circolate online in tempo reale, violazioni sistematiche dell’anonimato, come documentato anche da Orizzonte Scuola.

“Medici senza filtri”: due possibili soluzioni per rimediare

Accanto all’UDU, scende in campo anche il comitato “Medici senza filtri”, supportato dallo studio legale Leone-Fell & C. Anche qui migliaia di adesioni e centinaia di testimonianze sull’utilizzo di dispositivi elettronici durante l’esame.

Le richieste principali sono due: Annullare la prova di novembre e ripeterla in condizioni di reale sicurezza o consentire agli studenti di scegliere il voto migliore tra i due appelli. L’attuale regolamento, invece, obbliga a scartare il risultato del primo per tentare il secondo.

La ministra Anna Maria Bernini, però, ha escluso un annullamento generale della prova, annunciando soltanto sanzioni ai singoli responsabili. Quella che nelle intenzioni doveva essere una riforma per premiare il merito progressivo rischia oggi di essere percepita come un sistema penalizzante, segnato da irregolarità, confusione organizzativa e risultati drasticamente bassi.

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