#Tanomattinale 7 gennaio 2022: ambulanze in coda, ospedali da campo, paura codice nero, presidi preoccupati, caos Coviddi, lo squarcio mortale di Ravanusa, la tragedia di due anziani, Biden vs Trump, Kazakistan insanguinato, due giornalisti uccisi ad Haiti

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

E’ sempre il Coviddi a prendersi la scena, una scena tragica. La storia si ripete, il drammatico copione e le immagini sono uguali a quelle di qualche tempo fa: le varianti Delta e Omicron fanno dilagare i contagi – quasi 220mila in Italia, oltre 14mila in Sicilia, ma credo che questa conta sia ogni giorno più fuorviante fuorviante, visto che sembrano saltati tutti gli schemi -; a Palermo ambulanze in coda per ore per la mancanza di posti al pronto soccorso, soccorritori esasperati che suonano le sirene, mentre ritornano le tensostrutture d’emergenza da campo ali ospedali Cervello, Civico e Buccheri La Ferla; i no vax all’assalto dicono che è tutto un imbroglio, minacciano medici sul fronte come la professoressa Viola e proteste di piazza anche violente.La gravità della situazione la chiarisce senza possibilità di equivoci il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli: “Né all’indomani del primo lockdown, né nella 2/a e 3/a ondata, la situazione è stata tanto grave, ora rischiamo di perderne il controllo. Ciò che si decide oggi avrà effetto fra 10-15 giorni. Se vogliamo evitare il peggio si intervenga subito, non metteteci in condizione di dover applicare il codice nero”, ha concluso, evocando il percorso medico per decidere chi curare e chi no.E in vista della ripresa della scuola lunedì prossimo, i dirigenti scolastici preoccupatissimi mettono le mani avanti con una lettera per molti versi condivisibile al premier Draghi e al ministro dell’istruzione Bianchi. Ecco i passaggi più importanti: “Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa. Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone”.

E ancora: “L’andamento del contagio con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi, e che il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi. Sappiamo che il virus si trasmette per aerosol e che l’ambiente classe è una condizione favorevolissima al contagio. A differenza delle precedenti ondate, già prima della sospensione natalizia abbiamo assistito ad un’elevata incidenza di contagi all’interno delle classi (alunni e docenti, anche se vaccinati)”. Il protocollo di gestione dei casi “grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con conseguente prolungato isolamento degli studenti e del personale. Si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto”. Non c’è da stare allegri, sarà un mese di gennaio durissimo, la prudenza è fondamentale, ma credo che in giro non si capisca ancora.

Cambiando argomento, fa molta impressione vedere le immagini di quello squarcio profondo nel tubo del gas metano che evidenzia chiaramente l’origine della strage di Ravanusa: “Dopo due giorni di operazioni peritali – ha spiegato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio -, i consulenti tecnici del pubblico ministero, unitamente a quelli di Italgas, sotto la supervisione del procuratore aggiunto Salvatore Vella e con la partecipazione del collegio difensivo, hanno individuato, tramite delicati scavi meccanici, un punto esatto di rottura della rete di metano al di sotto del manto stradale di via Trilussa, in prossimità della abitazione del professore Carmina. Si ipotizza una perdita di gas dalla rete di distribuzione del metano che ha creato un accumulo sotterraneo spostandosi nelle abitazioni limitrofe”. La verità, subito ipotizzata nelle ore successive alla tragedia dell’11 dicembre scorso, è adesso chiarita dalle perizie e comincerà la complessa ricerca delle responsabilità.

Ancora un dramma familiare del dolore. I corpi senza vita di due anziani coniugi, Guglielmina Pasetto, detta Delfina, 71 anni, e Renzo Cavazza 76 anni, sono stati trovati nella loro casa in viale Porta Po a Rovigo, entrambi senza vita, la donna in camera da letto, il marito impiccato poco distante. Secondo le prime ipotesi potrebbe trattarsi di omicidio-suicidio, ma per la donna, che da tempo era stata resa invalida da un ictus e pare fosse seguita e curata amorevolmente dal marito, non c’è anche l’ipotesi della morte naturale: chi sta indagando non esclude che possa essere morta nel sonno e che poi il marito si sia ucciso per il dolore. Chiarirà tutto l’autopsia, mentre il marito impiccato è stato già da più parti frettolosamente etichettato come assassino, poi suicida.

Dal mondo, fa scruscio (rumore) il durissimo attacco da Capitol Hill del presidente degli Stati Uniti Joe Biden al suo predecessore Donaldo Trump, mai nominato nel suo discorso. “Un anno fa oggi in questo luogo sacro la democrazia è stata messa sotto attacco e la costituzione è stata gravemente minacciata. Prego perché non ci sia più una giornata come quel 6 gennaio”, ha detto, aggiungendo che quelli che un anno fa fecero irruzione nel Campidoglio “non erano turisti, ma è stata un’insurrezione armata” di persone che “volevano cancellare la volontà popolare, ribaltare l’esito del voto e rovesciare la Costituzione. E’ qualcosa che non è mai successo nel passato” neanche durante “la guerra civile”. E ancora: “Per la prima volta nella nostra storia degli Usa un presidente ha cercato di ostacolare un trasferimento pacifico del potere”. Mentre il vecchio presidente Jimmy Carter ha espresso forti preoccupazioni per la tenuta della democrazia negli States.

Sempre più alta la tensione in Kazakhistan, dove scorre il sangue e hanno fatto già il loro ingresso le truppe russe “di pace. Le forze di sicurezza del governo non nascondono i fatti: secondo le notizie aggiornate a stamattina (fonte AGI), sono state uccise 26 persone nella repressione delle proteste da parte delle autorità. Il ministero dell’Interno kazako ha diffuso i dati di quella che ha definito “un’operazione anti-terrorismo”; e oltre a dare il bilancio dei “criminali armati” uccisi dalle forze kazake, ha reso noto che sono stati arrestati più di 3mila “delinquenti” – i manifestanti evidentemente – e che 18 persone “armate” sono state ferite. Oltre ad essere “liberate e poste sotto maggiore protezione” tutte le regioni, il ministero ha reso noto che sono stati istituiti “70 posti di blocco”. Sul fronte opposto, si parla di almeno 18 morti (di cui due decapitati) e 700 feriti tra le forze di sicurezza. Quasi impossibile, comunque, appurare in modo indipendente quale sia il bilancio delle violenze, anche per un blocco quasi generale di Internet e della rete dei telefoni cellulari. Ultima notizia notturna da Haiti, fonte Ansa. Due giornalisti haitiani sono stati ammazzati da una gang in un’area alla periferia della capitale di Haiti, Port-au-Prince. Lo ha reso noto la stazione radio in cui lavorava una delle vittime. I reporter (Amady John Wesley e Wilkens Louissaint, che lavoravano per media locali) sono rimasti uccisi in una sparatoria dalla quale un terzo giornalista che li accompagnava è riuscito a fuggire. Le due vittime avevano appena realizzato un’intervista a un boss della criminalità locale, conosciuto con il soprannome di ‘Ti Makak’. Secondo i media locali, testimoni oculari affermano che dopo l’assassinio i banditi hanno bruciato i corpi delle due vittime.

Onore per sempre a queste due nuove vittime dell’informazione.

E’ tutto, buona giornata.