#Tanomattinale 27 ottobre 2021: Catania, dramma, paura, fragilità, i prezzi alle stelle dei carburanti, doppio figlicidio, scontro pensioni, Bolsonaro accusato di crimini contro l’umanità, il missile soprammobile del selfista

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno un po’ in ritardo, anche oggi i miei strumenti tecnologici sono in difficoltà, conseguenze del maltempo.

Qui dalle mie parti, alle pendici dell’Etna, siamo fortemente preoccupati: oggi il diluvio ci sta dando tregua, ma il bombardamento delle previsioni meteo preannuncia per giovedì e venerdì due giornate terrificanti, all’insegna di un rafforzamento del “Medicane”, l’uragano mediterraneo, con tutto quello che ne consegue. Mentre, da palermitano-etneo, esprimo la mia profonda e affettuosa solidarietà agli amici catanesi, mi chiedo angosciato cosa potrà mai accadere, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, di peggio e di più devastante di quello che è già accaduto e che state vedendo in tutti i modi possibili su tv, giornali, web: morti, distruzione, mezzi anfibi che intervengono nella città-fiume, dove in due giorni si sono registrati 265 mm. di pioggia, un terzo delle precipitazioni annue. Mentre scriviamo sta cominciando a Catania la riunione con la Protezione Civile Nazionale e la prefetta Maria Carmela Librizzi, intervistata stamattina dalla Rai, invita la gente a restare a casa per quanto possibile.

Dramma, paura, ma anche tanta fragilità. Riporto dal GDS le parole del geologo Sergio Di Marco, presidente di Sigea (Società italiana di geologia ambientale) Sicilia: “La frequenza con cui si ripropongono le drammatiche scene a cui stiamo assistendo in queste ore dimostra inequivocabilmente che bisogna riprogettare lo sviluppo del territorio in un’ottica nuova, cercando di rimediare ad errori di decenni di mancate o inappropriate pianificazioni territoriali”. E ancora: “la fragilità del territorio etneo sta emergendo in tutta la sua drammaticità. In particolare vorrei sottolineare come le situazioni di grave criticità si stiano manifestando non solo nelle aree maggiormente urbanizzate ma anche in quelle rurali, coinvolgendo interi bacini idrografici sia per ciò che concerne le conseguenze dei deflussi idrici di piena sia per la stabilità dei versanti. Ciò è segno che l’individuazione delle misure di prevenzione e mitigazione dei rischi non possono essere demandate ai singoli amministratori locali, ma richiedono una visione di insieme che attenzioni globalmente l’assetto idrogeologico e tutte le componenti che concorrono a definirlo.

Le mutate condizioni del clima, che hanno trasformato eventi metereologici eccezionali a cadenza pluridecennale in eventi frequenti che si manifestano anche più volte l’anno, richiedono un ulteriore sforzo e una progettazione che non sia solo di tipo emergenziale”. Stiamo a vedere cosa accadrà, con il fiato sospeso per i prossimi giorni.

Cambio argomento e parlo di qualcosa che ci colpisce molto da vicino e purtroppo sta passando in secondo piano, nascosta- con sommo piacere delle multinazionali del petrolio – da altri avvenimenti. L’Ansa ci informa che continuano vertiginosamente a salire i prezzi dei carburanti, che si attestano, in modalità self service, a 1,746 euro al litro per la benzina, a 1,608 euro per il gasolio e a 0,826 euro per il Gpl. Le cifre vengono riportate dall’Unione consumatori e si riferiscono ai dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica. “Gli aumenti dei beni energetici, luce, gas e carburanti, non solo hanno effetti diretti sulle tasche delle famiglie e sui costi delle imprese, ma hanno un effetto indiretto sul costo finale di tutti i prodotti, dal latte al pane, con conseguenze gravi per l’inflazione e la ripresa economica . Per questo il Governo deve intervenire prima del varo della manovra, riducendo le accise dei carburanti, dell’elettricità e del gas”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. E aggiunge: “Dall’inizio dell’anno, dalla rilevazione del 4 gennaio, ossia 9 mesi e mezzo fa, un pieno da 50 litri costa 15 euro e 22 cent in più per la benzina e 14 euro e 44 cent per il gasolio, con un rialzo, rispettivamente, del 21,1 e 21,9%. Su base annua è pari a un rincaro ad autovettura pari a 365 euro all’anno per la benzina e 347 euro per il gasolio”. E ancora: “In un anno, dalla rilevazione del 26 ottobre 2020, quando la benzina era pari a 1.388 euro al litro e il gasolio a 1.259 euro al litro, un pieno da 50 litri costa 17 euro e 91 cent in più per la benzina e 17 euro e 47 cent in più per il gasolio, con un’impennata, rispettivamente, del 25,8% e del 27,8%. Un balzo che equivale, su base annua, a una stangata pari a 430 euro all’anno per la benzina e a 419 euro per il gasolio” conclude il presidente dell’Unione Consumatori. E’ allarme molto serio per questa escalation micidiale, che rischia di diventare un aggravio insopportabile per molte famiglie e che il Governo deve provare in tutti i modi a fermare.

Cronaca nerissima, un agghiacciante doppio figlicidio. Una donna cingalese ha ucciso le due figlie, di 11 e 3 anni che erano con lei ospiti di una casa accoglienza a Verona. Non si conoscono o motivi. La donna si è allontanata dalla struttura, ed è ricercata. I corpi delle bambine sono state scoperti da un’altra ospite delle casa, la comunità educativa “Mamma Bambino”, che poi ha dato l’allarme. La donna e le due figlie si trovavano nella comunità dopo un provvedimento dell’autorità giudiziaria: le due bambine erano state allontanate dalla loro abitazione con provvedimento del Tribunale dei minori a causa dei comportamenti violenti del padre, un uomo che avrebbe avuto problemi di tossicodipendenza.

La proposta di riforma delle pensioni, di fatto un progressivo ritorno all’odiosa e odiata legge Fornero, ricompatta ulteriormente il fronte sindacale. “L’incontro non è andato bene”, spiega, dopo la riunione tra governo e sindacati su pensioni e Manovra 2022, il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri, ufficializzando la rottura che si è registrata al tavolo con il premier Draghi dopo il no di Cgil Cisl e Uil ad un ritorno alla legge Fornero seppure dilazionata negli anni. “Sulle pensioni non c’è neanche una scelta: né 102 né 104, c’è solo la scelta di stanziare 600 milioni per la proroga di Opzione Donna e l’Ape sociale. Né ci sono risposte a chi ha versato per 41 anni i contributi a prescindere dalla età anagrafica, non ci sono risposte sulla necessaria riforme complessiva”, ha spiegato Bombardieri, che spiega come ora si valutino nei prossimi giorni “forme e strumenti di mobilitazione per sollecitare scelte adeguate”, con sullo sfondo l’ipotesi dello sciopero generale. Primo intoppo vero, dunque, per il premier Super Tutto, che non ha nascosto di essere molto contrariato. Credo che sarà battaglia, l’argomento riguarda la popolazione di tutte le età.

Coviddi in Brasile, guai per l’ineffabile Jair Bolsonaro: la commissione di inchiesta parlamentare che indaga sulla gestione della pandemia da Covid-19 ha approvato il rapporto finale che accusa il presidente di nove reati, tra i quali “crimini di lesa umanità”. La Commissione, istituita in Senato, ha dato luce verde al rapporto, messo a punto dal principale relatore, il senatore Renan Calheiros, con sette voti a favore e quattro contrari e l’approvazione è arrivata dopo sei mesi di lavoro; la richiesta di imputazione riguarda 78 persone, tra cui Bolsonaro, e due società per reati diversi commessi durante la pandemia. Le circa 1.290 pagine verranno ora consegnate alla Corte Suprema e alla Procura brasiliane oltre che alla Corte penale internazionale all’Aja, istanze alle quali si chiede di muovere accuse relative a 9 diversi reati – riguardanti la gestione della pandemia – previsti dalla Corte penale internazionale.

La gestione di Bolsonaro si è rivelata poco impegnata “nella lotta effettiva alla pandemia e quindi nella tutela della vita e dell’integrità fisica dei brasiliani…In tempi normali, sarebbe solo un esempio di disprezzabile ciarlataneria pseudoscientifica. Tuttavia, nel pieno di una pandemia globale, il presidente ha contribuito a dar vita ad una mostruosa tragedia”, sottolinea Calheiros nel rapporto, che chiede di muovere accuse anche ai tre figli del presidente e a ministri del governo, tra cui l’attuale e il precedente ministro della Salute, Marcelo Queiroga e Eduardo Pazuello, e l’ex titolare degli Esteri Ernesto Araújo.

Per finire in leggerezza, chiudo con una notizia tutta da ridere. Il missile aria aria Matra che avrebbe dovuto, come lui stesso aveva affermato, “uccidere” l’allora ministro dell’interno selfi/felpista (sono coerente nel non fare pubblicità al suo nome) non à altro che un “forse bizzarro complemento d’arredo”. Lo scrive il gip di Milano Roberto Crepaldi nel provvedimento di archiviazione dell’indagine su gruppi legati all’estrema destra avviata dalla Procura di Torino che nel luglio 2019 aveva portato a tre arresti e a sequestri di armi da guerra e loro componenti, tra cui il missile, ora ritenuti inoffensivi e oblsoleti. Allora il protagonista aveva parlato di segnalazione di un ex agente del Kgb su un attentato da parte di nazionalisti ucraini. Ridiamo che è meglio, ci aspettano altri giorni di sofferenza.

Buona giornata