#Tanomattinale 24 settembre 2021: operazione anti Stidda, la sentenza trattativa, il leader catalano arrestato

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno da Padova.Un flash Ansa delle 7,03 ci informa di una maxi operazione antimafia nel nisseno.

I carabinieri di Caltanissetta hanno arrestato oltre 50 presunti “stiddari”, affiliati al clan Sanfilippo di Mazzarino riconducibile alla stidda gelese. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Caltanissetta, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, traffico di stupefacenti e detenzione di armi, reati aggravati dal metodo mafioso. Gli inquirenti hanno anche fatto luce su due omicidi con il metodo della ‘lupara bianca’ avvenuti nel 1984 e nel 1991.

E’ destinato ad alimentare polemiche e discussioni interminabili il nuovo verdetto sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, che nella sostanza dice che non ci fu nessuno trattativa. Come tanti italiani, sono anch’io discretamente sconcertato (anche se qualche idea ce l’ho), ma mi e vi risparmio commenti inutili prima di conoscere le motivazioni per cui la Corte d’assise d’appello di Palermo, dopo tre giorni di camera di consiglio nell’aula bunker del Pagliarelli, ha deciso di assolvere il senatore Marcello Dell’Utri, “per non avere commesso il fatto”, e gli ufficiali del Ros Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, “perché il fatto non costituisce reato”. Pena leggermente ridotta a 27 anni al boss Leoluca Bagarella; confermati i 12 anni al medico mafioso Antonino Cinà, fedelissimo di Bernardo Provenzano.

Mi sembra invece molto interessante e illuminante riportare alcuni passaggi dell’intervista che, dopo la sentenza, la bravissima collega Elvira Terranova ha realizzato per l’Adnkronos con Fiammetta Borsellino, la figlia minore del magistrato assassinato in via D’Amelio il 19 luglio 1992. “Io non li ho mai assolti gli ufficiali dei Carabinieri ma ho avuto sempre molti dubbi, dubbi che oggi sono stati confermati dalla giustizia con la sentenza di appello. E poi ho ritenuto scorretto pompare mediaticamente un processo da parte di chi è titolare, prima ancora che questo processo avesse concluso le fasi di giudizio, un comportamento scorretto che mio padre non avrebbe mai approvato”, ha detto Fiammetta dopo appena appreso della sentenza di assoluzione del processo trattativa Stato-mafia, che di fatto ha ribaltato la sentenza di primo grado. “Si è assistito a un lancio mediatico del processo trattativa – ha sottolineato – fin dal suo inizio, quando veniva pubblicizzato con i libri. Quando non era concluso neppure il primo grado”.

E ancora parole molto importanti: “La grande amarezza è che queste energie investigative dedicate al processo trattativa potevano essere indirizzate verso delle piste che, secondo me, volutamente non si sono percorse”. “Ancora una volta siamo di fronte al fatto che si sono seguite piste inesistenti quando da sempre abbiamo ribadito che bisognava approfondire quel clima che mio padre viveva dentro la Procura di Palermo … si doveva approfondire il filone dei dubbi e del senso di tradimento che mio padre manifestò parlando a mia madre dei colleghi, il perché non si è voluto indagare sul Procuratore Giammanco. Secondo noi queste erano le piste su cui si doveva indagare, non altre…”. “Per noi l’accelerazione è stata data dal dossier mafia e appalti ma non lo dice la mia famiglia – ha aggiunto Fiammetta Borsellino – lo dice il processo Borsellino ter, che l’elemento acceleratore è stato il dossier mafia e appalti che è stato archiviato il 15 luglio, cioè pochi giorni prima della strage. Nonostante mio padre il 14 luglio avesse chiesto conto e ragione del perché a quel dossier non venisse dato ampio respiro”.

Dubbi e domande inquietanti, ancora tanti, senza risposte. Chiudo con una notizia rilevante in campo internazionale. L’ex presidente catalano, Carles Puigdemont, è stato arrestato ad Alghero in applicazione del mandato di cattura emesso da Pablo Llarena, giudice del Tribunale Supremo spagnolo. Le autorità italiane hanno già notificato l’arresto alla magistratura di Madrid e, secondo quanto si apprende da fonti investigative, Puigdemont è stato condotto nella casa circondariale di Sassari. Puigdemont era atteso tra gli ospiti del 33esimo Aplec International Adifolk, festa della cultura popolare catalana in programma al 26 settembre nella città sarda.

L’ufficio di Puigdemont ha confermato l’arresto con un comunicato e ha spiegato che l’ex presidente catalano sarà messo a disposizione della Corte d’appello di Sassari, che ha la competenza per decidere se rimetterlo in libertà o procedere alla sua estradizione in Spagna. Lo scorso 30 luglio il tribunale dell’Unione Europea aveva confermato la revoca dell’immunità parlamentare per Puigdemont, che è ricercato per sedizione dalle autorità spagnole in merito al tentativo di secessione della Catalogna nel 2017.

Buona giornata, per me molto importante: stasera presenterò qui, insieme con i meravigliosi ragazzi dell’Associazione Down DADI, ol mio libro “La scalata della vita”, che racconta la memorabile ascesa di 9 ragazzi con sindrome di Down sulla cima della Bocca Nuova dell’Etna il 7 settembre 2019. Una grande impresa e un grande fatto anche questo, che stasera festeggeremo come merita.