#Tanomattinale 20 marzo 2022: si riapre il “cold case” di Simonetta Cesaroni; italiano ucciso da uno squalo in Colombia; guerra in Ucraina: le sirene suonano in tutte le città; Mosca contro Italia, Guerini nel mirino; la Cina conferma la sua equidistanza (o ambiguità); astronauti russi con tuta ucraina; Yaroslava, Marcel, Charles, belle cose di sport

Amiche e amici del #Tanomattinale buona domenica.

Niente apertura con la guerra oggi, vi ho tediato troppo ieri con tutte quelle parole. Mi interessa invece moltissimo cominciare con uno dei più noti “cold case” italiani contemporanei, che hanno appassionato l’opinione pubblica. Si riapre, a quanto pare, il caso di Simonetta Cesaroni, uccisa con 29 coltellate il 7 agosto del 1990 in via Poma a Roma. I pm di piazzale Clodio avrebbero avviato un nuovo procedimento ascoltando una serie di testimoni, tra cui l’allora dirigente della Squadra Mobile, Antonio Del Greco. Le nuove indagini, ha scritto Il Foglio, riguarderebbero un sospettato che già all’epoca dei fatti finì nel mirino degli investigatori. Il suo alibi dopo 32 anni dal delitto potrebbe essere smentito da nuovi elementi che verranno raccolti dai magistrati per cercare di dare una identità a chi quel pomeriggio si accanì sul corpo di Simonetta. Sull’omicidio della ventenne romana la Corte di Cassazione nel febbraio del 2014 confermò l’assoluzione dell’ex fidanzato. Contro di lui non furono trovate prove in grado di accusarlo “oltre ogni ragionevole dubbio” di essere l’assassino. Il 7 agosto del 1990, nell’ufficio dell’Associazione alberghi della gioventù, venne trovato il corpo della ragazza. Simonetta era nuda, ma non aveva subito violenza. Pochi giorni dopo, il 10 agosto, venne fermato dalla polizia, Pietrino Vanacore, uno dei portieri dello stabile. Su un suo pantalone furono individuate alcune macchie di sangue, ma non di Simonetta. L’uomo fu scarcerato dal tribunale del Riesame il 30 agosto. Poi una lunga vicenda giudiziaria che non ha mai scoperto il colpevole, fino agli improvvisi risvolti di queste ore. Ma gli inquirenti sono molto prudenti “Stanno arrivando molte segnalazioni, noi le verifichiamo tutte – spiegano – ma serve molta cautela prima di poter parlare di una vera e propria svolta.

“Mi fa molta impressione la notizia di un turista italiano, Antonio Straccialini, morto in Colombia per le ferite riportate in seguito all’attacco di uno squalo. Il tragico incidente, ci fa sapere l’Ansa, è avvenuto nell’arcipelago colombiano di San Andrés, nel Mar dei Caraibi. L’uomo, 56 anni, originario di Roseto Degli Abruzzi, stava nuotando nei pressi di una scogliera poco frequentata dai bagnanti quando è stato improvvisamente morso dall’animale. Richiamate dalle urla, alcune persone sono accorse riuscendo a recuperarlo. Ricoverato in ospedale, è morto per dissanguamento a causa della profonda ferita a una gamba.L’Ente per lo Sviluppo sostenibile dell’Arcipelago di San Andrés (CORALINA) ha “disposto immediatamente una operazione congiunta con la Marina militare, la Guardia costiera, la polizia nazionale e il ministero dell’Agricoltura e della Pesca. In base ai video che circolano sui social – ha aggiunto- è stato possibile identificare che nella zona dell’incidente mortale si trovavano due grandi squali tigre (Galeocerdo cuvier), la cui identificazione è stata confermata da esperti a livello nazionale”. L’ente ha però sottolineato di avere appreso che “a quanto pare un residente del settore aveva avvertito della presenza di squali in acqua e ha raccomandato di non immergersi, ma non è stato ascoltato”.

Guerra Russia-Ucraina, giorno 25. Le sirene d’allarme antiaeree hanno suonato nella notte in quasi tutte le città dell’Ucraina. Prima a Kiev e Leopoli, poi l’allerta è scattata anche negli oblast di Odessa, Kharkiv, Zaporizhzhia, Sumy, Mykolaiv, Ternopil, Poltava, Kirovograd, Ivano-Frankivsk, Dnipropetrovsk, Rivne, Volinia, Cherkasy, Zhytomyr e Vinnytsia. Mosca attacca l’Italia e la minaccia: ci saranno “conseguenze irreversibili” nei confronti del nostro Paese in caso di inasprimento delle sanzioni legate all’attacco in Ucraina. Nel mirino il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, accusato di avere chiesto aiuto alla Russia nei giorni drammatici della crisi pandemica e di esser diventato poi un ‘falco anti russo’. Parole pesanti: “La Russia è stata guidata non dal desiderio di ricevere dividendi in termini di reputazione o di politica estera, ma da un senso di compassione, un desiderio di aiutare il popolo italiano in uno dei momenti più difficili della sua storia postbellica. È deprimente che ora – ha proseguito Paramonov- sullo sfondo dell’isteria anti-russa, le autorità italiane abbiano improvvisamente dimenticato tutto: i trattati e gli accordi bilaterali esistenti, la natura speciale dei nostri legami, la ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti , l’esperienza di successo della cooperazione, il significativo capitale accumulato di fiducia reciproca -e si siano uniti alla frenetica campagna russofobica”.

Francamente, dico sempre quello che penso, mi pare isterica e arrogante la boria di questo signor funzionario, ex console russo a Milano: ormai tutti questi più o meno grandi burocrati della corte del dittatore Vladimiro ogni giorno minacciano tutto il mondo, si passano il tempo così, a cominciare dall’implacabile Lavrov, ministro degli esteri sempre più super falco. Cosa significhi davvero e dove possa portare questa strategia non si capisce ancora ed è questa la grande inquietudine. Chiara e forte la risposta del Super Tutto Premier Mario Draghi: “Esprimo piena solidarietà al Ministro della Difesa vittima di attacchi da parte del Governo russo. Il paragone tra l’invasione dell’Ucraina e la crisi pandemica in Italia è particolarmente odioso e inaccettabile. Guerini e le forze armate sono in prima linea per difendere la sicurezza e la libertà degli italiani. A loro va il più sentito ringraziamento del Governo e mio personale”, prosegue il premier.

Ancora Cina, come ogni giorno. Tra equidistanza apparente e ambiguità evidente. Traduco dall’inglese dalla Tass: “Pechino non accetterà pressioni esterne ed è contraria a qualsiasi accusa ingiustificata nei suoi confronti sulla questione ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri della Repubblica popolare cinese Wang Yi commentando la conversazione telefonica tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo statunitense Joe Biden. “La Cina continuerà in modo obiettivo ed equo a fornire giudizi indipendenti basati sulla radice della questione”, ha affermato in una dichiarazione rilasciata domenica sul sito web del ministero. “Non accetteremo mai alcuna applicazione o pressione esterna e saremo contrari a qualsiasi accusa e sospetto ingiustificati nei confronti della Cina”, ha affermato Wang Yi”. E ancora: “Il tempo dimostrerà che la posizione della Cina è dalla parte giusta della storia” sulla guerra in Ucraina”. Wang ha anche affermato che “la soluzione a lungo termine è abbandonare la mentalità della Guerra fredda, astenersi dall’impegnarsi in scontri di gruppo e formare veramente un’architettura di sicurezza regionale equilibrata, efficace e sostenibile. Solo in questo modo si può raggiungere una stabilità a lungo termine nel continente europeo”.

Per chiudere questo capitolo una notizia che ha colpito molto. I tre astronauti russi sono arrivati sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) vestiti di giallo e blu, i colori della bandiera Ucraina, in quella che è stata da più parti interpretata come una scelta intenzionale per lanciare un messaggio contro l’invasione voluta dal presidente russo Vladirmir Putin. Denis Matveyev, Oleg Artemyev e Sergey Korsakov hanno messo piede sulla stazione, gestita da vent’anni insieme da Usa e Russia, indossando tute gialle con inserti blu. Fi solito l’uniforme russa è blu.

Chiudo con tre belle notizie di sport. L’ucraina Yaroslava Mahuchikh si è laureata campionesse del mondo indoor nel salto in alto nella rassegna iridata di Belgrado. La saltatrice di Dnipro, bronzo olimpico a Tokyo, con un salto di 2,02 metri, ha battuto l’australiana Eleanor Patterson (2,00 m) e la kazaka Nadezhda Dubovitskaya (1,98 m). Subito dopo la vittoria Mahuchikh si è coperta con una bandiera del suo Paese tra gli applausi del pubblico. “Una medaglia arrivata tra la paura delle bombe e quei sogni che solo lo sport riesce a tenere vivi”, Yaroslava ha raccontato sul sito della Federazione europea di atletica la fuga dall’Ucraina bombardata dai russi: “Era il 24 febbraio, alle 4:30 del mattino, quando mi sono svegliata nel mio appartamento di Dnipro (al centro dell’Ucraina) a causa dei rumori terribili di esplosioni, colpi di artiglieria e spari. Anche prima di chiamare i miei genitori, avevo capito che era iniziata la guerra. Dopo ore di panico totale, abbiamo lasciato la nostra città per trasferirci in un paesino non lontano da casa. Nessuno pensava ad allenarsi in quel momento perché eravamo costretti a trascorrere giorni interi in cantina solo a monitorare minuto per minuto le notizie da Kiev, Sumy e Kharkiv”.

E’ ritornato con tutta la sua straordinaria potenza Marcell Jacobs, che si è laureato Campione del Mondo indoor dei 60 metri, avendo la meglio su Christian Coleman e Marvin Bracy. Il Campione Olimpico azzurro dei 100 metri ha saputo imporsi nella velocità pura, sui 60 metri che non sono la distanza più amata. Lo ha fatto con l’eccellente tempo di 6.41, nuovo record europeo (come aveva fatto la scorsa estate a Tokyo, roboante 9.80): dopo 13 anni è crollato il 6.42 che il britannico Dwain Chambers aveva piazzato agli Europei di Torino 2009. Jacobs ha battuto per sei millesimi Christian Coleman, Campione del Mondo di 100 e 60 metri (nonché primatista mondiale con 6.34). “Sono arrivato qui dopo un buon inizio stagione ma per me era importante mostrare di essere il più forte quando più contava e sono contento di esserci riuscito, così come dimostrare che quanto avevo fatto alle Olimpiadi non era un caso ma il frutto di duro lavoro fatto negli anni” ha detto a caldo Marcel. “Questa gara non era la mia ma sono riuscito a conquistarla. La volevo, sul traguardo mi sono buttato come non ho mai fatto. Ora non vedo l’ora di tornare a fare i cento metri. E’ un bel modo di passare la festa del papà – ha proseguito, un po’ commosso – e voglio fare gli auguri al papà di Camossi che non sta attraversando momenti bellissimi”.

E per finire subito una grande Ferrari all’apertura del campionato 2022 della Formula Uno. La nuova era scatta con la pole position di Charles Leclerc in Bahrain, primo appuntamento della stagione: 1.30.558 il tempo del pilota monegasco della Ferrari, che si mette davanti alla Red Bull di Max Verstappen a poco piu’ di un decimo di secondo. Terza l’altra rossa di Carlos Sainz, vicinissima all’olandese, a testimonianza che la scuderia di Maranello quest’anno ha tutte le carte in regola per riscattare le ultime deludenti stagioni. Più indietro invece le Mercedes, con Hamilton che si piazza solo quinto e Russell nono. La gara di Formula 1 di oggi sarà trasmessa in diretta TV su Sky e in differita su TV8 alle ore 21. E’ tutto, buona giornata. (le foto dal web)