Tanomattinale 16 aprile 2022: guerra in Ucraina, il potente messaggio di Irina e Albina; Zelensky alla CNN, il mondo deve prepararsi all’uso di armi nucleari dalla Russia; in arrivo armi americane più “sensibili”, la Russia avverte gli USA che potrebbero esserci conseguenze imprevedibili; continua la strage sul lavoro, 4 morti in un giorno

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Guerra Russia-Ucraina, giorno 52. Potentissime, emozionanti, commoventi. Bellissime. Altamente simboliche, il più grande e forte messaggio di pace dall’inizio dell’invasione russa. Che ancora una volta parte dalla Chiesa di Roma, dal Papa, triste e sofferente, che ormai sembra l’unico a non volersi arrendere all’ineluttabilità di una tragedia sempre più spaventosa e inquietante. 

Hanno avuto su di me, credo anche su tanti altri questo effetto, le immagini in diretta televisiva (qui ne pubblico alcune dal sito Vatican.va) della tredicesima stazione della Via Crucis al Colosseo di Roma, fortemente voluta da Papa Francesco nonostante la protesta del vescovo di Kiev e il boicottaggio delle TV ucraine, che da aggrediti non volevano passasse questo messaggio.
E invece una donna russa e una ucraina, Irina e Albina due amiche, infermiere al Campus Biomedico di Roma, come deciso dal Vaticano, hanno portato la Croce nonostante le polemiche. Lo hanno fatto nel silenzio. Orazio Coclite, voce storica della Via Crucis, ha detto: “Di fronte alla morte, il silenzio è più eloquente delle parole. Ognuno preghi nel proprio cuore per la pace nel mondo”. E’ seguito il silenzio per tutta la durata della meditazione, che è stata cancellata nella versione iniziale. Poi le parole conclusive del Papa, un appello disperato: “Tienici per mano, come un Padre, perché non ci allontaniamo da Te; converti al tuo cuore i nostri cuori ribelli, perché impariamo a seguire progetti di pace; porta gli avversari a stringersi la mano, perché gustino il perdono reciproco; disarma la mano alzata del fratello contro il fratello, perché dove c’è l’odio fiorisca la concordia”.

Mentre continuano i bombardamenti e tornano a suonare le sirene a Kiev e Leopoli, ha colpito e impressionato molto, ieri, l’intervista del presidente ucraino alla CNN. Ecco quello che ha detto, l’ho tradotto dal sito della grande emittente americana: “Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato venerdì alla Galileus Web che “tutti i paesi del mondo” dovrebbero essere preparati alla possibilità che il presidente russo Vladimir Putin possa usare armi nucleari tattiche nella sua guerra contro l’Ucraina. Zelensky ha detto venerdì a Jake Tapper della CNN in un’intervista esclusiva dall’ufficio del presidente a Kiev che Putin potrebbe rivolgersi alle armi nucleari o chimiche perché non apprezza la vita del popolo ucraino. “Non solo io, tutto il mondo, tutti i paesi devono essere preoccupati perché non possono essere informazioni reali, ma possono essere verità”, ha detto Zelensky, parlando in inglese. “Armi chimiche, dovrebbero farlo, potrebbero farlo, per loro la vita delle persone, niente. Ecco perché”, ha detto Zelensky. “Dovremmo pensare di non avere paura, non avere paura ma essere pronti. Ma questa non è una domanda per l’Ucraina, non solo per l’Ucraina, ma per tutto il mondo, credo”.

Zelensky è rimasto in Ucraina per tutto il corso della guerra di 50 giorni con la Russia, poiché le forze ucraine hanno resistito ai tentativi del Cremlino di impadronirsi di Kiev e hanno costretto la Russia a concentrare i suoi sforzi bellici sulle regioni orientali e meridionali del paese, dove l’Ucraina sta anticipando una significativa escalation dei combattimenti nei giorni a venire. Una delle più importanti navi da guerra della Russia è affondata nel Mar Nero questa settimana, cosa che l’Ucraina ha affermato essere il risultato di un attacco missilistico, mentre la Russia ha affermato che era dovuto a un incendio provocato dalla detonazione di munizioni. Allo stesso tempo, la Russia sta lanciando missili da crociera nella periferia di Kiev e mantiene ancora la capacità di prendere di mira la capitale ucraina con armi a lungo raggio. Funzionari statunitensi hanno messo in guardia sulla possibilità che Putin, se messo alle strette, possa rivolgersi all’uso di armi nucleari tattiche in Ucraina”.

La tensione cresce coì come il rischio di incidenti drammatici dalle conseguenze imprevedibili e irreversibili. Scrive Ukrinform News, agenzia di stampa ucraina: “La prima tranche di armi e attrezzature del nuovo pacchetto di aiuti da 800 milioni di dollari sigillato dal presidente degli Stati Uniti Biden due giorni fa arriverà in Europa nelle prossime 24 ore. “Il primo volo degli 800 milioni di dollari in nuovi aiuti per l’Ucraina dagli Stati Uniti dovrebbe arrivare nella regione nelle prossime 24 ore, secondo un alto funzionario della difesa”, riferisce la CNN. Il nuovo lotto di aiuti militari sarà raccolto al confine dagli ucraini e portato nel Paese. Il manifesto non viene divulgato, ma i funzionari hanno precedentemente affermato che i requisiti più urgenti come obici e relative munizioni, nonché radar, saranno tra i primi articoli ad essere spediti. Il 13 aprile, l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato il nuovo pacchetto che includeva 11 elicotteri Mi-17 inizialmente destinati all’Afghanistan, 18 cannoni Howitzer da 155 mm e altri 300 droni Switchblade, oltre a sistemi radar in grado di tracciare il fuoco in arrivo e individuandone l’origine. Il nuovo pacchetto si distingue dalla precedente assistenza alla sicurezza in parte perché questa tranche include armi più sofisticate e più pesanti rispetto alle spedizioni precedenti”.

Ma arriva l’altolà russo. Scrive il Washington Post, che ha preso visione di una copia del documento di due pagine con la data di martedì, che con una nota diplomatica inviata agli Stati Uniti la Russia ha avvertito che le forniture Usa e Nato di sistemi d’arma “più sensibili” all’Ucraina “alimentano” il conflitto e che potrebbero esserci “conseguenze imprevedibili”. Il documento (fonte Adnkronos) dal titolo chiarissimo – “Sulle preoccupazioni della Russia nel contesto di forniture massicce di armi ed equipaggiamento militare al regime di Kiev” – è scritto in russo, con traduzione, ed è stato trasmesso al Dipartimento di Stato dall’ambasciata russa a Washington, che non ha risposto a richieste di commento. Il Dipartimento di Stato non ha voluto commentare sui contenuti della nota diplomatica che chiede “agli Usa e agli alleati di fermare la militarizzazione irresponsabile dell’Ucraina, che implica conseguenze imprevedibili per la sicurezza regionale e internazionale”. Tra ciò che per la Russia è “più sensibile” ci sono “lanciarazzi multipli” sebbene – sottolinea il Post – non si ritenga che gli Usa e gli alleati Nato abbiano assicurato queste forniture a Kiev. La Russia denuncia la violazione di “principi rigorosi” sul trasferimento di armi in zone di conflitto e accusa la Nato di cercare di fare pressioni sugli ucraini affinché “abbandonino” i negoziati con Mosca “per continuare lo spargimento di sangue”. Dunque la situazione sembra sempre più pericolosa.

Chiudo con la strage infinita sul lavoro che in Italia non si ferma. Quattro morti ieri in un solo giorno, quattro operai che hanno perso la vita in quattro diverse città italiane: Sassari, Trento, Cesena e Sirmione (Brescia). Dalla località sul Garda è arrivata l’ultima notizia del tragico bollettino: un operaio di origine rumena di 54 anni, che nel pomeriggio era caduto nel vuoto da 12 metri d’altezza mentre stava effettuando lavori di manutenzione a un lucernario, è deceduto in tarda serata negli Spedali Civili della città lombarda. In giornata, un altro operaio 60enne è deceduto dopo essere stato travolto dal carico che stava scaricando da un camion. L’incidente è accaduto nella sede Hera a Pievesestina di Cesena. In Trentino un terzo incidente ha avuto come vittima un operaio edile di 39 anni di origine albanese. Ieri mattina, durante i lavori di ristrutturazione in un appartamento di Trento, gli è crollato il solaio addosso. Infine Salvatore Piras, di Ossi, muratore 23 enne, è morto ieri mattina durante i lavori di smontaggio di un’impalcatura in un cantiere a Sorso, in provincia di Sassari. Per un giorno la stampa si è di nuovo ricordata di questa ecatombe senza fine che distrugge vite e famiglie, da domani scomparirà di nuovo dalla cronaca.
E tutto, buon sabato santo.
(le foto dal web)