Non solo le donne, ma anche i maschi sono cresciuti coltivando numerose credenze responsabili di gran parte delle loro difficoltà sessuali: dover essere i detentori della teoria e della pratica sessuale, non dover provare vergogna, insicurezza o ansia.
I loro peni devono per forza catapultare le donne in paradiso e avere dimensioni “da paura”, devono essere perennemente eccitati, vogliosi e sempre pronti e infine durare un’eternità!
Da queste premesse si evince come l’educazione alla mascolinità passi attraverso il pene e le prodezze a letto, insieme però al divieto di provare insicurezze e paure, altrimenti non sei un “uomo vero”.
Il padre insegna al figlio a cambiare una ruota, ad aggiustare un rubinetto, ma non a far sesso, argomento di cui non si parla né in famiglia né a scuola.
Così i maschi per sopperire alla loro estesa lacuna erotica se la devono vedere perlopiù da soli, prendendo esempio dagli spettacolari e irreali rapporti sessuali visti in televisione, o peggio dalle stravaganti performance sessuali degli attori porno, oppure dai racconti romanzati degli amici.
A complicare ulteriormente la faccenda per loro, è intervenuta la rivoluzione sessuale femminile, grazie alla quale le donne sono diventate più consapevoli, ma anche più esigenti e non si accontentano più di ciò che “passa il convento”!
Se il pene è il centro del loro universo, misuratore della loro virilità, quando “il pene non si comporta come dovrebbe”, ovvero non presenta requisiti di lunghezza, grandezza, durezza, durata dell’erezione, tempo di eiaculazione, desiderio di sesso e capacità di provocare orgasmi femminili, allora sono guai!
In poche parole se non riescono ad avere una performance decente possono avere problemi seri nella sfera sessuale da dover risolvere.
E cominciano a serpeggiare i cosiddetti “disturbi sessuali maschili”: un dramma interiore che oltre a deprimere l’uomo deprime anche il rapporto di coppia. Convincere il proprio pene ad “obbedire” non serve a nulla.
Serve invece diffondere un’adeguata cultura dell’eros tutta al maschile…finalmente!
Per recuperare e mantenere sicurezza e resa sessuale è necessaria una conoscenza che faccia sì che l’uomo non si allarmi o si scoraggi per un “fiasco” e non gli dia troppa importanza.
Come fare allora?
Baciare, stimolare manualmente, oralmente, solleticare, accarezzare lobi, labbra, collo, capezzoli, ano, cosce, ogni parte del corpo: tutto ciò rappresenta un ponte verso un crescendo graduale di desiderio ed eccitazione, dove l’esperienza penetrativa rappresenta solo il culmine, la “ciliegina sulla torta”, niente a che vedere con la fretta di una copula e via.
Quando c’è un problema maschile di natura sessuale non occorrono tecniche sessuali particolarmente stravolgenti.
Basta distogliere l’attenzione dalla donna e dalle proprie preoccupazioni, orientandola invece verso se stesso, le proprie sensazioni fisiche, il proprio piacere.
Il groviglio di convinzioni che ruotano attorno alla mascolinità penalizza l’uomo nell’essere veramente virile.
Perché la virilità è soprattutto una caratteristica mentale: decidere, prendere posizione, realizzare i propri progetti, chiarire la propria strada, avere fiducia in se stesso;
questo atteggiamento si deve riflettere in una sfera sessuale attiva e penetrante, virile appunto!
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