Politica

Pietro Grasso dice no alla Sicilia: nel Pd è corsa al nuovo candidato

Si è rivelato vano il pressing fortissimo del Pd per far candidare Pietro Grasso a governatore in Sicilia. Il no di Grasso ha aperto una resa dei conti interna all’interno della coalizione. Molti ambiscono a candidarsi in prima persona, primo tra tutti il governatore uscente Rosario. Il Pd starebbe ancora provando a convincerlo a candidarsi.

Una figura di garanzia

Parte ora la ricerca di un nuovo candidato per Palazzo D’Orleans dopo il rifiuto di Piero Grasso a guidare una coalizione simile all’alleanza che ha consentito a Leoluca Orlando di riconfermarsi sindaco di Palermo.

Serve una figura di garanzia, che metta d’accordo tutta la  coalizione. Sarà difficile mettere d’accordo Sinistra Comune, Democratici e alfaniani.

La decisione dopo un colloquio con Leoluca Orlando

Dopo il colloquio di Grasso con il sindaco Orlando, arriva il no derinitivo. “Dopo una lunga riflessione – si legge in una nota – il presidente Grasso e il sindaco Orlando hanno convenuto, stante le condizioni attuali, sulla impossibilità di proseguire sull’ipotesi di candidatura proposta dal Pd”.

Le parole di Grasso

“Il mio impegno e il mio amore per la Sicilia – sono le parole diffuse dal portavoce di Grasso – non smetterà di esprimersi in ogni forma e in ogni sede anche nazionale, ma i mie doveri istituzionali attuali mi impongono di svolgere, finchè necessario, il mio ruolo di presidente del Senato”.

Il possibile piano B

Non c’è un piano B forse perché in realtà nessuno si aspettava la  rinuncia di Grasso. Tra i nomi che girano spicca quello di Roberto La Galla  già rettore dell’Università di Palermo che da mesi gira l’Isola per presentare il suo movimento Idea Sicilia.

La Galla vanta ottimi rapporti con Alfano ma pessimi se non completamente assenti con Orlando. Il sindaco di Palermo avrà un ruolo per nulla marginale nella composizione della squadra.

Resterebbe sempre in piedi l’ipotesi Di Matteo che nei mesi scorsi ha dichiarato di non vederci nulla di male nell’impegno in politica dei magistrati. Bisogna fare in fretta, il tempo stringe.

Redazione

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