Piersanti Mattarella riaperte le indagini, Orlando: “Atto dovuto”

Piersanti Mattarella riaperte le indagini. “La riapertura delle indagini sull’assassinio di Piersanti Mattarella è un atto dovuto di fronte all’ipotesi di nuovi sviluppi investigativi e sono un atto dovuto alla famiglia e a tutti i Siciliani perché finalmente siano individuati tutti i mandanti e tutti gli esecutori di quel barbaro omicidio” lo dichiara il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

La Procura di Palermo ha deciso di riaprire le indagini sull’omicidio dell’allora presidente della Regione il 6 gennaio 1980 era in auto e stava andando a messa quando un killer lo ha raggiunto, davanti al civico 147 di via Libertà, e lo ha freddato con otto colpi di pistola.

Il killer poi fuggì, salendo su una Fiat 127 dove l’aspettava un complice, anche lui rimasto senza nome.

Piersanti Mattarella riaperte le indagini: “Lui profeta di una possibile buona politica”

“Al di là degli sviluppo giudiziari della vicenda, resta il dato incontrovertibile di un periodo buio della nostra storia, non solo siciliana, in cui il perverso intreccio fra interessi mafiosi ed eversivi colpì nella nostra isola persone come Piersanti Mattarella e Michele Reina e fu protagonista di attentati terroristici come quelli al treno 904 ed alla stazione di Bologna, che uccisero decine di cittadini innocenti.

Piersanti Mattarella fu, in quegli anni, profeta di una possibile buona politica a servizio della comunità e per questo fu vittima degli indicibili legami fra la mafia ed un pezzo della politica regionale e nazionale”.

Ha concluso il Sindaco, Leoluca Orlando, commentando la notizia della riapertura delle indagini sull’assassinio dell’allora Presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio del 1980 in via Libertà a Palermo.

Piersanti Mattarella riaperte le indagini: i nuovi elementi

 

La famiglia della vittima aveva sollecitato nuove verifiche. Gli inquirenti avrebbero ascoltato o riascoltato testimoni, riesaminato le carte del dibattimento, vagliato altri elementi a disposizione. Attraverso un confronto comparato sembrerebbe che la targa di un’auto del commando, sarebbe stata divisa in due dagli autori del furto e una parte fu poi ritrovata in un covo dei Nuclei armati rivoluzionari.

I nuovi accertamenti vengono considerati doverosi, per quanto siano resi complicati dal lungo tempo trascorso e dalle sentenze passate in giudicato.