Notaio indagato, la replica: “Atti regolari, solo una questione fiscale”

I difensori del notaio indagato per una presunta truffa nell’ambito dell’operazione Two Face condotta dalle Fiamme Gialle di Sciacca qualche giorno fa, gli avvocati Antonino Caleca e Giovanni Vaccaro, nei prossimi giorni chiederanno il riesame del sequestro preventivo dei
conti correnti e fondi di risparmio del professionista compiuto dai finanzieri. Secondo i due legali non ci sarebbero i requisiti per la misura.

Il notaio del distretto di Agrigento-­Sciacca è stato accusato di aver truffato circa duemila clienti tra il 2012 e il 2017 e le Fiamme Gialle avrebbero individuato il meccanismo di una truffa sistematicamente compiuta dal pubblico ufficiale a danno dei numerosissimi clienti e a conclusione di una complessa attività d’indagine e su ordine del gip, la Guardia di Finanza di Sciacca ha eseguito un decreto di sequestro preventivo. Dagli accertamenti sarebbe emerso che la somma che il notaio si faceva consegnare dai clienti per gli asseriti adempimenti fiscali era notevolmente superiore alle imposte (catastali, ipotecarie e di registro) che avrebbe dovuto versare al fisco e quello che all’apparenza sembrava un normale documento fiscale nascondeva, in realtà, un vero e proprio artifizio che avrebbe permesso, al professionista, di trattenere per sé la parte della somma versata dal cliente ma in realtà non dovuta.

Secondo i due legali del professionista, invece, tutti gli atti stipulati dal notaio sono perfettamente regolari e la stessa Guardia di Finanza ha dato atto nell’informativa che dal 2012 al 2017 nessun cliente “ha ricevuto contestazioni da parte dell’ufficio finanziario” e pertanto la questione sarebbe solamente di natura fiscale e riguarderebbe la persona del notaio, una posizione per la quale non si spiegherebbe l’adozione della misura preventiva.