Medici abilitati: 14mila ancora in attesa di diventare operativi

Continua la lunga ed estenuante attesa della graduatoria riguardante circa quattordicimila su ventitremila specializzandi pronti a svolgere la professione.

La prova, che rappresenta l’ultimo step di giovani medici già abilitati, sarebbe dovuta svolgersi a luglio, come ogni anno. Per motivi pandemici, il ministero ha deciso di posticipare il test al 22 settembre, trascrivendo l’avviso nel relativo bando.

Ad alimentare ulteriormente la situazione è stato anche lo slittamento delle graduatorie definitive programmate per il 5 ottobre per ricorsi attuati da alcuni candidati che hanno riscontrato delle anomalie nella prova.  

Pochi giorni fa la situazione sembra aver preso una piega tragicomica in quanto il consiglio di Stato ha emanato la sentenza riguardante il ricorso su una delle domande presenti nella prova. Trattandosi di una sentenza cautelare, e non definitiva, non è stato possibile stilare una graduatoria finale e mettere a punto tutte le pratiche per l’assegnazione del posto di lavoro.

Per questo motivo il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha sancito l’ulteriore slittamento delle assegnazioni alle scuole di specializzazione, informando gli specializzandi con una nota ministeriale emanata il 3 dicembre nelle prime ore serali.

C’è quindi tensione non solo tra gli studenti abilitati, già impegnati a contenere e arginare l’emergenza Coronavirus, ma anche tra gli esperti del settore che hanno manifestato la loro indignazione sui social.

“Mancano i medici, ma gli specializzandi che hanno già vinto il loro concorso sono ancora a casa per continui rinvii della loro presa di servizio. Ha affermato l’immunologo e ricercatore italiano Roberto Burioni in un post su Twitter. È indispensabile sbloccare la situazione e portare immediatamente queste giovani forze in corsia”.  

Contestazioni anche dall’ex ministro della Salute Giulia Grillo, che ha dichiarato: “Credo che la politica debba assumersi la responsabilità, con nomi e cognomi, delle disastrose scelte fatte in tema di formazione medica post laurea. I grandi risultati ottenuti dall’aver cercato di forzare alcuni principi consolidati nell’ultimo bando di accesso alle scuole di specializzazione, si leggono nelle sentenze di questi giorni, che testimoniano e raccontano quello che appare esser stato un goffo tentativo di creare “cosmesi” sul disastroso imbuto formativo, cercando di limitare i concorrenti alla partecipazione al concorso”.

“Era ampiamente prevedibile il caos giudiziario in cui sarebbe finito il MUR, ma ancor peggio il caos in cui queste decisioni avrebbero (e hanno) costretto quasi 24 mila medici che ancora oggi si sono visti rimandare le assegnazioni alle scuole. Vorrei capire – conclude l’ex ministro – dato che nessuno ne parla, se e come verrà gestito l’impatto sul sistema sanitario di 14.000 medici che dovranno trasferirsi per tutta Italia per la presa di servizio, lasciando migliaia di incarichi USCA o di altri servizi nei quali oggi operano nella risposta al COVID. Io le proposte credibili le avevo e le ho presentate. Gli altri?”.

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