La marijuana coltivata sul balcone la chiamava Maria. Un giovane è finito agli arresti a Gela su intervento della guardia di finanza.
La Maria, come la chiamano i ragazzi, cresceva rigogliosa su un balcone del quartiere di San Giacomo, nel centro storico di Gela.
Insieme alla marijuana, c’erano anche bilancini di precisione e qualche spinello, tutto pronto per lo spaccio.
Questa volta, però, qualcosa è andato storto, per il giovane gelese dal pollice verde già noto alle forze dell’ordine.
Quando i finanzieri di Gela hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane, le piante di marijuana erano al sole in balcone fra gerani e comuni piante ornamentali, come un normalissimo balcone di cui andare fieri con il vicinato.
I bilancini di precisione ancora sporchi di sostanze stupefacenti, marijuana, sintomo di un recente utilizzo e uno spinello appena spento.
Il ragazzo è stato così tratto in arresto in attesa dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Le fiamme gialle di Gela hanno nuovamente acceso i riflettori sul noto problema dell’abuso e dello spaccio di sostanze stupefacenti soprattutto tra i giovani.
Ciò che colpisce è la “hybris” del ragazzo, così giovane e già così navigato e addentro al settore.
Così tanto abituato all’illegalità da coltivare marijuana in casa, e meglio ancora in un balcone del centro, come fosse del tutto normale.
Ma la “Maria” che prendeva il sole di fine settembre non è passata inosservata ai finanzieri, costando la libertà al giovane coltivatore.
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