“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”: questo è quanto previsto dall’art. 544 ter, co. 1, del Codice Penale.

Nel caso specifico, un cane di razza bull terrier femmina è stato:

– custodito, per tempi prolungati, in un ambiente angusto dove veniva legato ad una catena di soli cm. 120;

– curato ed alimentato in modo insufficiente;

– preso a bastonate;

– esposto per molte ore al sole, senza acqua.

In proposito, la Corte di Cassazione ha ribadito che “nel reato di maltrattamento di animali, il requisito della crudeltà o della assenza di necessità NON è richiesto qualora la condotta determini una conseguenza diversa dalle lesioni, quale la sottoposizione dell’animale a comportamenti, a fatiche o a lavori insopportabili per le sue attitudini etologiche” (sentenza n. 34087/2021).