Gioco d’azzardo on line, in provincia di Agrigento giocate annuali per 546 mila euro
Anche in provincia di Agrigento il gioco d’azzardo online legale ha superato quello in presenza. Un sorpasso nato naturalmente durante gli anni della pandemia, poi diventato strutturale visto che anche quelli che fino a quel momento avevano la ritrosia della tecnologia, hanno dovuto imparare e si sono adeguati. Le tradizionali “macchinette” installate in alcuni locali pubblici resistono ancora, ma prima o poi scompariranno del tutto. Chi per imbarazzo, timidezza o riserbo, non si reca nei punti pubblici gestiti dai Monopoli di Stato, ha scoperto il gioco on line da pc o telefono cellulare. Aumentano le puntate, aumentano i conti on line, aumentano le carte pre pagate.
Nel recente rapporto nazionale di Federconsumatori e Cgil, in collaborazione con la Fondazione Isscon, è stata nei giorni scorsi presentata la crescita impetuosa del gioco d’azzardo on line in Italia. La cifra complessivamente spesa in provincia di Agrigento nell’ultimo anno per il gioco online è stata di 546 milioni di euro. L’importo comprende i giochi legali naturalmente, ovvero slot machines, videolottery, gratta e vinci, scommesse sportive, lotto. Sono tanti, tantissimi soldi. In linea comunque con ciò che avviene nelle altre province, dove le giocate sono aumentate in proporzione al numero di abitanti.
“E’ una situazione esplosiva sulla quale territorialmente non si può intervenire in nessun modo – ci dice lo psicoterapeuta Paolo Falco, fino a poco tempo fa responsabile del Sert di Ribera, oggi in pensione – è un’emergenza di cui siamo da tempo a conoscenza. Il gioco d’azzardo on line viaggiava sottoterra ed i numeri sono destinati ad aumentare. E’ una vera e propria dipendenza che forse continua ad essere sottovalutata. Occorrerebbero misure drastiche a livello legislativo, ma visto che parliamo di gioco legale gestito dallo Stato, che naturalmente ci guadagna, non so se questo si potrà verificare”.
Falco ci descrive casi drammatici di persone alle prese con la dipendenza. “Ho visto una persona dilapidare ben 32 mila euro del proprio Tfr con le giocate on line. Ho visto donne in lacrime che solo con la minaccia del divorzio riuscivano a portare il proprio marito al Sert per un aiuto. Basta un cellulare collegato on line per giocare tanto e perdere tanto in pochi minuti”.
Abbiamo cercato di capire come agisce il servizio sanitario quando una persona si convince a farsi assistere dagli operatori di un Sert. “Una situazione difficile da affrontare – ci dice Falco – il primo intervento è capire se la persona che arriva al Sert ha capito la gravità del suo stato. Devono riconoscere che hanno una necessità, che la loro è una dipendenza gravissima. Se il soggetto lo fa, si può tentare di fare qualcosa. Altrimenti ricominciano dopo poco tempo. Purtroppo – aggiunge – non ci sono comunità che affrontano la dipendenza dal gioco d’azzardo. Sono concentrati solo sulle droghe. Il servizio sanitario è anche a corto di personale e può fare ben poco. Se la società non prende coscienza del fatto che siamo di fronte ad una malattia, non ad un vizio – conclude Falco – sarà difficile arginare il fenomeno”.