di redazione
Enna – Vanessa Scialfa è stata trovata senza vita: la ragazza di 20 anni era scomparsa due giorni fa a Enna. Il convivente della giovane aveva denunciato la scomparsa dopo aver avuto una lite con Vanessa nella tarda mattinata di martedì. Secondo gli investigatori Vanessa è stata strangolata in casa e poi gettata da un cavalcavia. Dopo l’ennesimo interrogatorio Francesco Lo Presti il 34enne che conviveva con la ragazza è crollato e ha confessato di averla uccisa. Lui stesso ha accompagnato gli inquirenti nel luogo dove aveva abbandonato il corpo. Tra i due ci sarebbe stato un litigio, forse scoppiato per gelosia. L’uomo ha strangolato Vanessa e dopo avere gettato il corpo dal cavalcavia della statale 117 bis, avrebbe denunciato la scomparsa della fidanzata, raccontando del litigio al termine del quale lei era uscita da casa. I carabinieri avevano già interrogato il fidanzato ieri per 12 ore, ma aveva fornito sempre la stessa versione dei fatti senza mai essere incoerente.
Questa mattina Francesco Lo Presti è stato sentito nuovamente dagli inquirenti e nel suo racconto sarebbero cominciate ad emergere alcune contraddizioni. Messo di fronte ai fatti, il fidanzato è crollato ed ha portato gli inquirenti dove aveva abbandonato il cadavere di Vanessa, nell’ex miniera. Lo Presti adesso è in stato di fermo con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Disperato il padre, che durante il riconoscimento del corpo della figlia ha gridato: “Pensavo fosse un bravo ragazzo. Datemelo tra le mani che lo ammazzo…”. “Lo avevo accolto in famiglia perché pensavo che fosse un bravo ragazzo – ha dichiarato il padre della vittima – ma come si fa a uccidere una ragazza per un futile litigio… Non lo devono arrestare perché poi ci penserò io, con le mie mani…”.
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