Corte dei Conti boccia 25 anni di gestione del sistema idrico in Sicilia
Dall’istruttoria – basata su una vasta mole di documentazione amministrativa, finanziaria e tecnica – emergono “molteplici priorità a rilevanza strategica” necessarie per superare nodi strutturali che hanno generato, nel tempo, gravi inefficienze e diseconomicità. Secondo i magistrati contabili, tali criticità riguardano l’intero ciclo idrico integrato, dalla programmazione dell’approvvigionamento primario fino alla gestione delle reti e delle infrastrutture.
Un dato particolarmente significativo è che, al termine del contraddittorio con le amministrazioni coinvolte, nessuna delle criticità individuate è stata superata, neppure parzialmente. Al contrario, gli stessi enti e uffici competenti – dalla Presidenza della Regione al Dipartimento Acqua e rifiuti, dalla Protezione civile all’Assessorato all’Agricoltura – hanno riconosciuto unanimemente l’esistenza di cause di inefficienza gestionale e strutturale che richiedono interventi urgenti.
Dall’emergenza alla normalità mai raggiunta
Il referto evidenzia come le disfunzioni del sistema idrico non siano episodiche, ma risalenti nel tempo. Le urgenze, i ritardi e gli inadempimenti amministrativi si sono stratificati, incidendo negativamente sull’approvvigionamento idrico per usi civili e potabili, irrigui e agricoli, nonché industriali.
Particolarmente duro il confronto con il passato: facendo riferimento all’attività del generale Roberto Jucci, commissario straordinario per l’emergenza idrica, la Corte dei Conti sottolinea che le inefficienze già accertate e segnalate nella relazione conclusiva del 2000 non solo non sono state risolte, ma risultano aggravate. Nessun miglioramento qualitativo significativo è stato conseguito, né durante le successive gestioni emergenziali né nell’ordinaria amministrazione.
