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Contrordine all’Ars: le Province non saranno più abolite

Se c’era bisogno di una prova lampante del fallimento dei governi Crocetta, si è avuta oggi all’Assemblea regionale, dove la legge per l’abolizione delle Province, annunciata trionfalmente due anni da Crocetta in diretta televisiva all’Arena di Giletti, è stata definitivamente affossata, con un voto che rende inutile l’esame di tutto l’articolato. Un emendamento soppressivo dell’articolo 1, presentato dal M5S è stato approvato a maggioranza, lasciando in vita gli enti inutilmente commissariati per due anni.
Dopo una lunghissima fase preparatoria in cui il governo ha lasciato marcire i problemi senza conseguire alcun risparmio, la legge esitata dalla Commissione Affari Istituzionali era giunta in aula fra mille polemiche, legate innanzi tutto all’impossibilità di prevedere la copertura economica in mancanza di un bilancio, ma anche all’impianto farraginoso che ha abolito il voto popolare, cambiando il nome delle Province in Liberi Consorzi e istituendo tre città metropolitane, prive dei requisiti richiesti a livello nazionale. Insomma un pasticciaccio che ha convinto i grillini a cambiare il voto favorevole espresso due anni fa in un siluro
che ha affondato la riforma.
L’emendamento soppressivo è passato con 36 voto favorevoli contro 22 contrari, quindi è evidente che parecchi deputati della cosiddetta maggioranza hanno votato con l’opposizione, a segnalare l’insofferenza di tutti verso un Presidente della Regione che non riesce ad affrontare e risolvere nessuno dei problemi della Sicilia.
“Questa legge non piace nemmeno a chi l’ha presentata” è il commento ironico di Nello Musumeci, già competitor di Crocetta alle elezioni. Amara è invece l’analisi del segretario regionale del Pd Fausto Raciti, che richiama tutti all’ordine: “Il voto dell’Ars – dice Raciti – lascia un segno in questa legislatura, bisogna aprire una riflessione molto seria. A questo punto serve un vertice di maggioranza alla presenza del presidente Crocetta: ci si deve guardare negli occhi, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità”.
Siccome a mezzanotte scadranno gli incarichi dei commissari inviati dal governatore a gestire la liquidazione delle province, l’ipotesi più verosimile è che l’Ars si riunisca per prorogare i contratti e non lasciare le Province completamente allo sbando.
Poi si passerà a discutere la legge Finanziaria dato che da Roma sarebbero arrivati i due miliardi di euro necessari per varare la manovra. Nel frattempo Crocetta prova a scaricare sugli altri le polemiche. “Quanto è accaduto riguardo al ddl sulle Province, è semplicemente allucinante: spero che non sia occasione per attribuire al governo della Regione responsabilità che non ha”.
Tentativo penoso di coprire il sole con la rete.

Redazione

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