Cronaca

Catania, accoltellamento dopo lite condominiale: arrestati una donna di 34 anni e un uomo di 26

Su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica, nella giornata del 1° agosto 2025 la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due soggetti – una donna di 34 anni e un uomo di 26 – emessa il 30 luglio dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale etneo. Le accuse sono gravissime: tentato omicidio per la donna e violenza privata aggravata per l’uomo, con l’aggravante del metodo mafioso.

Secondo l’ipotesi accusatoria, al momento accolta dal GIP (ma da considerarsi ancora nella fase delle indagini preliminari, nel rispetto della presunzione d’innocenza), i due indagati sarebbero coinvolti nell’efferato ferimento di una giovane donna catanese, avvenuto la sera del 20 luglio scorso.

Coltellate alla spalla, al braccio e al collo: la vittima in codice rosso

Quella sera, la vittima si era presentata al Pronto Soccorso dell’ospedale Garibaldi Centro in condizioni gravissime, colpita con un’arma da taglio in diverse zone vitali: spalla sinistra, avambraccio destro e collo. Proprio in quest’ultima sede – spiegano gli inquirenti – la presenza di vasi sanguigni rilevanti (vene e arterie) ha comportato un elevatissimo rischio di morte per dissanguamento.

Dalle minacce mafiose all’accoltellamento: la ricostruzione dei fatti

Le indagini, definite «celeri» dalla Procura, sono state affidate alla III Sezione Investigativa “Reati contro la persona, sessuali e in pregiudizio di minori” e si sono avvalse di tecniche sia tradizionali che tecnologiche: attività di intercettazione, analisi di filmati e audio, nonché testimonianze raccolte, compresa quella della persona offesa.

Dalle risultanze investigative è emerso che l’episodio sarebbe nato da una banale lite condominiale. L’uomo, in un primo momento, avrebbe aggredito verbalmente la giovane donna e fisicamente un suo ospite, costringendolo ad allontanarsi. Successivamente avrebbe minacciato la donna con frasi gravi e intimidatorie, sostenendo di appartenere al clan mafioso “Cappello-Carateddi” e vantando la disponibilità di armi. Obiettivo: indurla a lasciare l’abitazione.

La furia omicida e l’audio choc: “Voleva uccidere”

La situazione è rapidamente degenerata quando la 34enne, in un gesto descritto dagli inquirenti come “insidiosamente rapido”, avrebbe afferrato un coltello colpendo più volte la vittima dall’alto verso il basso. Alcuni colpi hanno centrato la giovane in punti vitali. Bloccata inizialmente dai presenti alla vista del sangue, la donna – secondo l’accusa – avrebbe ripreso l’aggressione poco dopo, ribadendo verbalmente l’intenzione di uccidere.

A supporto di tale ricostruzione vi sarebbe anche un file audio estrapolato da un sistema di videosorveglianza presente sul luogo, in cui sarebbero udibili frasi che confermerebbero la volontà omicidiaria.

Il contesto familiare: tutto sotto gli occhi delle figlie

Un ulteriore elemento di gravità è rappresentato dalla presenza delle figlie minori della donna durante l’aggressione, circostanza che ha aggravato il capo d’imputazione per tentato omicidio. Entrambi gli indagati si trovano ora in custodia cautelare in carcere.

Redazione

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