La Procura generale della Cassazione ha depositato una memoria di 46 pagine con la quale, pur senza formulare ancora una richiesta formale, afferma che il ricorso presentato dalla Procura di Palermo contro l’assoluzione di Matteo Salvini non dimostra — nella prospettiva di censura della sentenza impugnata — la sussistenza di tutti gli elementi costitutivi dei reati contestati.
Secondo la memoria, l’impugnazione si limita a contestare la “condotta e l’evento naturalistico” — la negata autorizzazione allo sbarco dei migranti — senza fornire argomentazioni sufficienti a dimostrare la “colpevolezza” dell’imputato, né gli altri profili necessari per configurare i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
Per la Procura generale, il richiamo alla sentenza su un caso simile, quello della nave Diciotti, non basta — da solo — a giustificare l’impugnazione penale: non è sufficiente richiamare principi di diritto, ma è necessario dimostrare in concreto tutti gli elementi del reato.
La memoria sarà illustrata nell’udienza prevista per l’11 dicembre. Per il momento, il documento anticipa un orientamento molto critico nei confronti del ricorso della Procura di Palermo, aprendo la strada a un probabile rigetto.
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