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Adempimento collaborativo, a Palermo il confronto tra imprese e istituzioni

Un confronto diretto tra imprese, professionisti e istituzioni per approfondire il modello dell’adempimento collaborativo e favorirne la diffusione nel tessuto produttivo siciliano. Si è svolto a Palermo l’incontro promosso da Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia e delle Finanze, in collaborazione con Sicindustria, Uncat (Unione Nazionale Camere Avvocati Tributaristi) e Ordine dei Dottori Commercialisti del capoluogo.

Dal prossimo anno oltre 50 aziende siciliane – quelle con un volume d’affari di almeno 500 milioni di euro – potranno accedere al regime. La platea è destinata ad ampliarsi ulteriormente fino a quasi 130 imprese entro il 2028, quando la soglia scenderà a 100 milioni di euro.

Un nuovo rapporto tra fisco e imprese

L’evento, intitolato “Patti chiari, per imprese forti”, ha posto l’accento sul principio cardine dell’adempimento collaborativo: una relazione trasparente, strutturata e preventiva tra imprese e Amministrazione finanziaria.

I lavori sono stati aperti dal presidente di Sicindustria Luigi Rizzolo, dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo (in collegamento) e dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Carbone. Presenti anche Luigi Vinciguerra (Guardia di Finanza), Angelo Cuva (Uncat) e Nicolò La Barbera (Ordine dei Commercialisti di Palermo).

Dopo una parte introduttiva di carattere tecnico, una tavola rotonda moderata da Maria Carla De Cesari, caporedattrice di Norme e Tributi del Sole 24 Ore, ha approfondito gli aspetti operativi e le ricadute per le aziende.

Cos’è l’adempimento collaborativo

Noto anche come cooperative compliance, l’istituto promuove un modello di cooperazione preventiva tra fisco e contribuenti con sistemi interni di gestione del rischio fiscale. Consente di individuare e risolvere in anticipo possibili aree di criticità, aumentando certezza del diritto, trasparenza e affidabilità del sistema tributario.

La soglia di accesso è stata progressivamente ridotta:

750 milioni di volume d’affari dal 2024

500 milioni dal 2026

100 milioni dal 2028, con oltre 11.000 potenziali imprese interessate a livello nazionale.

Cuva (Uncat): “Modello da estendere anche alle realtà più piccole”

Il vicepresidente Uncat, Angelo Cuva, ha sottolineato l’importanza di avvicinare le imprese siciliane – spesso caratterizzate da dimensioni ridotte – a questo modello innovativo:

“È fondamentale attivare percorsi di informazione e formazione che evidenzino i vantaggi della cooperative compliance, tenendo conto della specificità del tessuto economico siciliano. È opportuno estendere quanto più possibile l’istituto anche tramite il regime opzionale dell’art. 7-bis del D.lgs. 221/2023”.

Cuva ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale dell’Agenzia delle Entrate, in particolare degli Uffici Grandi Contribuenti, proponendo che l’attività di supporto e informazione possa essere resa disponibile – con gli adattamenti necessari – anche per chi intende aderire al regime opzionale.

Rizzolo (Sicindustria): “Più dialogo per imprese più competitive”

Il presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo, ha ribadito la necessità di un rapporto più diretto e trasparente con le istituzioni:

“Solo una collaborazione leale tra pubblico e privato può rendere competitivo il nostro territorio. L’adempimento collaborativo premia le imprese che investono in trasparenza e chiedono regole chiare e uniformi. Le aziende siciliane sono pronte. Ampliare la platea di accesso è essenziale per favorire sviluppo e certezze preventive”.

L’iniziativa palermitana rappresenta un passo significativo verso la diffusione dell’adempimento collaborativo in Sicilia, soprattutto in vista dell’ampliamento della platea nei prossimi anni. Un modello che, secondo imprese e istituzioni, può contribuire a rafforzare fiducia, certezza del diritto e attrattività del sistema produttivo regionale.

Redazione

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