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Addio Pizzo, la Cassazione conferma impianto accusatorio

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di redazione

La seconda sezione della Corte di Cassazione, sia pure in qualche caso con lievi riduzioni di pena, ha confermato 30 delle 34 condanne del processo denominato Addiopizzo, inerente alla prima di una serie di retate che ha colpito al cuore i clan mafiosi di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Carini e Cinisi. Ribadito dunque l’impianto accusatorio: nemmeno uno degli imputati è stato assolto e i 4 che torneranno a giudizio in appello dovranno essere rivalutati su circostanze non decisive, con le quali potranno tutt’al più ottenere uno sconto di pena, ma non l’assoluzione. Fra inammissibilità e ‘rigetti’ sono 26 le condanne divenute definitive contro il clan di Tommaso Natale, guidato da Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Ecco l’elenco dei condannati con sentenza irrevocabile: Michele Catalano (18 anni), Antonio Cumbo (8 anni), Francesco Di Blasi (7 anni e 2 mesi), Antonino Lo Brano (12 anni), Giuseppe Micalizzi, Calogero Pillitteri (7 anni), Domenico Serio (16 anni), Giampiero Specchiarello, (4 mesi), Andrea Adamo (5 anni e 4 mesi), Piero Alamia (8 anni), Domenico Caviglia (8 anni), Domenico Ciaramitaro (16 anni), Pietro Cinà (8 anni), Salvatore Di Maio (16 anni), Francesco Di Pace (10 anni), Francesco Franzese (2 anni e sei mesi), Salvatore Genova (18 anni), Andrea Gioè (10 anni), Calogero Lo Piccolo (19 anni in continuazione con un’altra pena), Tommaso Macchiarella (4 anni), Antonino Mancuso (18 anni e sei mesi), Filippo Mangione (10 anni), Vito Palazzolo (6 anni e sei mesi), Francesco Palumeri (10 anni), Gaspare Pulizzi (2 anni), Salvatore Ariolo (6 mesi), Giovanni Botta (7 anni e 4 mesi), Giovanni Cusimano (13 anni e 4 mesi), Ferdinando Gallina (5 anni e 4 mesi), Gioacchino Pensabene (l’interdizione perpetua dai pubblici uffici scende a 5 anni), Carmelo Giancarlo Seidita (13 anni). Annullate con rinvio le condanne di Carlo Alberto Adile (aveva avuto quattro mesi e bisognerà sostituire il carcere con una pena pecuniaria), Angelo Chianello (la pena dovrà essere ricalcolata alla luce dell’attenuante che gli è stata concessa), Fabio Micalizzi (aveva avuto sei anni e 4 mesi, ma per lui, difeso dall’avvocato Rosanna Vella, è caduta l’aggravante prevista per il riciclaggio). Quando nel 2010 il nome Addipizzo era stato utilizzato per ben cinque operazioni fu tempo di bilanci: 184 persone arrestate, 87 persone ritenute responsabili di estorsioni, 232 persone sentite come parti offese, 61 commercianti disposti a collaborare, 15 società sequestrate per un valore di svariati milioni di euro.

Redazione

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