730, “Potete detrarre pure queste spese ma nessuno ve lo dice”: finalmente hanno vuotato il sacco
Dichiarazioni dei redditi 2025, si riduce il divario Nord-Sud sulle detrazioni per spese mediche
Distanze più corte tra Nord e Sud Italia nelle detrazioni per le spese mediche inserite nelle dichiarazioni dei redditi. Il termine per la presentazione del modello 730 è scaduto lo scorso 30 settembre, ma i primi dati provvisori elaborati dal Caf Acli per Il Sole 24 Ore permettono già di tracciare un quadro delle tendenze principali. La crescita generalizzata delle somme portate in detrazione e il progressivo avvicinamento tra le diverse aree del Paese rappresentano due segnali importanti sul fronte del welfare familiare e della spesa sanitaria privata.
Secondo l’analisi, nel 2025 l’importo medio delle spese mediche detratte tramite modello 730 è cresciuto del 10,3% rispetto all’anno precedente, arrivando a una media di 1.387 euro. L’incremento più significativo è stato registrato nel Mezzogiorno, dove la crescita ha superato quella delle regioni settentrionali. Se cinque anni fa la differenza tra la spesa del Nord-Ovest (1.039 euro) e quella del Sud (747 euro) era del 28,2%, oggi il divario si è ridotto al 25%, con una media rispettivamente di 1.486 e 1.115 euro. Un segnale che conferma un graduale riavvicinamento dei comportamenti di spesa sanitaria tra le diverse aree del Paese.
Le detrazioni per spese mediche sono tra le voci più utilizzate nel modello 730. Riguardano visite specialistiche, analisi cliniche, esami diagnostici e farmaci, inclusi quelli da banco e i dispositivi medici. L’Agenzia delle Entrate precompila automaticamente queste informazioni, attingendo ai dati trasmessi da farmacie, strutture sanitarie e medici. Tuttavia, è sempre il contribuente a dover verificare l’esattezza dei dati, correggere eventuali errori e confermare la dichiarazione prima dell’invio definitivo.
Dal 2020, la Legge di bilancio ha introdotto l’obbligo di tracciabilità dei pagamenti per poter beneficiare delle detrazioni fiscali. Tuttavia, nel caso delle spese sanitarie, esistono eccezioni: i pagamenti in contanti restano ammessi per le prestazioni rese dal Servizio sanitario nazionale o da strutture private accreditate. È inoltre possibile pagare in contanti presso farmacie e parafarmacie per l’acquisto di medicinali o dispositivi medici, purché venga utilizzata la tessera sanitaria per ottenere lo scontrino parlante.
Rateizzazione in quattro quote annuali
Quando le spese sanitarie complessive superano i 15.493,71 euro, il contribuente può scegliere di suddividere la detrazione in quattro quote annuali costanti. Questa opzione, valida per tutte le spese tranne quelle relative all’acquisto di veicoli per disabili, va esercitata al momento della dichiarazione e non può essere modificata successivamente. In caso di decesso del contribuente prima del completamento della rateizzazione, l’erede può detrarre in un’unica soluzione le quote residue nella dichiarazione del de cuius.
Dai dati dell’Agenzia delle Entrate emerge che circa il 41% dei contribuenti che hanno utilizzato la modalità “fai da te” ha accettato il modello 730 precompilato senza modifiche. Ciò significa che quasi la metà degli utenti si è affidata integralmente ai dati precaricati, inclusi quelli relativi alle spese sanitarie. Accettare il modello così com’è comporta anche un vantaggio: l’esonero dai controlli documentali sulle voci non modificate, riducendo così i tempi e i rischi di verifica.

Perché cresce la spesa sanitaria
L’aumento delle spese mediche registrato negli ultimi anni è legato a diversi fattori. Da un lato, l’inflazione ha fatto lievitare il costo delle prestazioni sanitarie; dall’altro, molti cittadini si sono rivolti più spesso al settore privato per accorciare i tempi di attesa nel pubblico. L’indagine del Caf Acli mostra che, tra il 2020 e il 2024, la spesa sanitaria media è cresciuta in tutte le macroaree, superando l’aumento dei prezzi al consumo. L’impennata più forte si è registrata nel 2021, dopo il blocco di esami e visite durante la pandemia, ma la tendenza positiva è proseguita anche negli anni successivi.
I farmaci da banco restano la voce più diffusa, presente nel 69,3% dei modelli 730, con una crescita media del 12,7% in cinque anni e una spesa di circa 377 euro. Seguono le cure odontoiatriche, salite del 6,9% fino a 947 euro, e le prestazioni specialistiche, aumentate del 10,9% nell’ultimo anno, con un picco di 70 euro in più nel Nord-Ovest. Le differenze territoriali, pur presenti, si stanno progressivamente riducendo. L’Italia si muove verso una maggiore omogeneità nella spesa sanitaria, segno che la salute e la prevenzione stanno diventando priorità condivise da Nord a Sud.
