Terzo laureato al Polo penitenziario universitario di UniPa al Pagliarelli

All’interno della Casa Circondariale “Pagliarelli – Antonio Lorusso” di Palermo, un detenuto si interroga sul senso dell’utopia, sul suo destino dopo i fallimenti della storia e sulla possibilità di una “nuova società dell’umanità” capace di superare conflitti, guerre e fratture. È questo il cuore del percorso di studi che ha condotto H.P., 36 anni, alla laurea triennale in Studi filosofici e storici (Classe L-5) indirizzo Studi filosofici all’Università degli Studi di Palermo.
Nell’elaborato finale dal titolo La nuova società dell’umanità, ispirato alle riflessioni di Luciano Canfora e al tema della crisi dell’utopia, H.P. riflette su un futuro possibile oltre le macerie della storia.

«Utopico, certo – spiega il professore Marco Carapezza, relatore della tesi di laurea e componente della Commissione di laurea assieme ai professori Chiara Giubilaro e Vittorio Coco – ma è proprio questo il compito della filosofia: intravedere mondi altri, aprire orizzonti di pensiero, alimentare speranza. Un esercizio che, in un contesto di detenzione, può diventare occasione di consapevolezza, rinascita e riabilitazione».

Lo studente, proveniente dal Polo Universitario Penitenziario di Milano, trasferito nel capoluogo siciliano, si è immatricolato a UniPa nell’a.a. 2022/2023 e ha conseguito brillantemente il titolo con una media del 28. Con questo traguardo, l’Università di Palermo celebra il terzo laureato in regime detentivo, dopo i precedenti due percorsi conclusi rispettivamente a ottobre del 2024 e a ottobre di quest’anno: N.C., laureato in Urbanistica e Scienze della città al Dipartimento di Architettura ed F.G., proclamato Dottore in Studi Globali, Storia, Politiche, Culture (L-42) al Dipartimento Culture e Società.
Il percorso di H.P. è stato seguito e accompagnato dal tutor Alessandro Di Stefano, il quale sottolinea come lo studente abbia dimostrato un carattere tenace e una forte volontà nel raggiungere l’obiettivo della laurea, nonostante le difficoltà legate non solo allo stato detentivo, ma anche alle sfide linguistiche, essendo di origine non italiana

«La laurea di H.P. – sottolinea Luisa Amenta, prorettrice al Diritto allo studio di UniPa – rappresenta non soltanto un traguardo personale, ma la dimostrazione concreta di come il diritto allo studio possa aprire spazi di riflessione, di crescita e di futuro anche nei contesti più complessi. Il suo percorso ci ricorda come l’istruzione e la cultura siano strumenti potenti di dignità, libertà interiore e trasformazione e che l’Università ha il dovere di rendere accessibili le opportunità di apprendimento a tutte e a tutti. L’impegno e la profondità della sua ricerca sull’utopia testimoniano quanto la conoscenza possa restituire senso, visione e responsabilità».

«Oltre a essere un momento universitario – spiega Nicola Mazzamuto, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Palermo – la giornata di oggi rappresenta anche un momento di condivisione con la comunità esterna al carcere. Il percorso di studi affrontato da H. P. si configura come un’opera rieducativa fondamentale per un detenuto condannato in via definitiva. È un momento di grande successo per le istituzioni».

«Il percorso con l’Università degli Studi di Palermo – gli fa eco Maria Luisa Malato, direttrice della Casa Circondariale “Antonio Lorusso” (Pagliarelli) – è entrato a tutti gli effetti come elemento del trattamento detentivo. Molto c’è ancora da fare, ma i primi importanti risultati li stiamo finalmente registrando. È un’occasione che questo detenuto ha saputo cogliere e sfruttare per vivere il tempo in carcere in maniera positiva. Speriamo che tanti altri possano fare questa scelta»
«È significativo – conclude Antonino De Lisi, garante regionale dei Diritti delle persone detenute – che oggi siano presenti i familiari: il fratello, la madre e la nipotina del detenuto. Proprio la presenza della nipotina, che con orgoglio osserva lo zio raggiungere questo traguardo, rappresenta speranza per il futuro. Le istituzioni ci sono e sanno costruire progetti importanti».

«I Poli Universitari Penitenziari – spiega Paola Maggio, delegata del Rettore per i Rapporti con gli istituti penitenziari – svolgono un ruolo fondamentale non solo nella formazione accademica, ma anche nella funzione di risocializzazione della pena. Offrono agli studenti detenuti l’opportunità di costruire un progetto di vita, di reinserimento e di partecipazione attiva alla società».

I Poli Universitari Penitenziari della Sicilia, avviati nel marzo 2021 e rinnovati per il triennio 2024–2027 grazie all’accordo quadro con la Regione Siciliana, il Garante regionale, il Provveditorato e l’Assessorato all’Istruzione e alla Formazione professionale guidato da Mimmo Turano, hanno registrato a UniPa per l’a.a. 2025/2026 13 nuove immatricolazioni, portando a circa quaranta il numero degli studenti in regime detentivo iscritti ai corsi di laurea offerti dall’Ateneo di Palermo.
Il Polo dell’Università degli Studi di Palermo è stato fortemente sostenuto dal rettore Massimo Midiri che ne ha potenziato, negli anni, strutture e personale dedicato. Oggi raccoglie iscritti provenienti dalle strutture penitenziarie di Pagliarelli, Ucciardone e delle case circondariali di Trapani e Agrigento. A sostegno del loro percorso, l’Ateneo ha previsto agevolazioni nel regolamento per il riconoscimento dello status di studente in situazioni specifiche, in quanto studenti ristretti, e ha messo in campo un impegno significativo attraverso una rete integrata composta da docenti, tutor senior, tutor junior e servizi accademici di supporto, coordinata dall’Area Didattica e dal Centro di Orientamento e Tutorato.

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