Proposta di Legge sul libro, uno sguardo sul valore della lettura

A gennaio sono iniziati i lavori della Commissione Cultura della Camera nel tentativo di elaborare una proposta di legge sul libro e la lettura. In contemporanea, il Ministro Bonisoli ha predisposto una serie di incontri con tutta la filiera del libro, spinto dall’obiettivo di far leggere di più gli italiani. Come ha dichiarato lui stesso “Faremo di tutto per incentivare il desiderio di leggere”. Intanto, questa settimana, è stata ripresa in Commissione, (fu presentata durante la scorsa legislatura), la proposta di legge a prima firma del deputato del partito democratico Flavia Piccoli Nardelli. Durante il mese di Gennaio sono state presentate altre due proposte, la prima a prima firma del deputato della Lega, Daniele Belotti, e la seconda a prima firma del deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone. Si è in attesa della proposta proveniente dal M5S che dovrebbe naturalmente portare con sé gli esiti degli incontri che in questo periodo sta portando avanti il Ministro Bonisoli. E’ stata ipotizzata la possibilità di accorpare tutte queste proposte in una sola. In tale ipotesi ne uscirebbe fuori un documento particolarmente aggressivo nei confronti del sistema, con interventi in tutti i settori. Librerie, percentuale di sconto, editoria digitale, promozione della lettura. In realtà l’ipotesi sembra inverosimile. Come ha dichiarato Bonisoli, al Tavolo tecnico, se al termine della ricognizione dovesse rendersi necessario un intervento normativo “sarà quello più adeguato. Serve un’analisi critica e serena di come le attuali norme stanno funzionando e dell’evoluzione del settore. La legge che regola il settore è del 2011, da allora il mondo è cambiato. Dobbiamo renderci conto che c’è bisogno di un intervento che stia addosso al settore come un vestito su misura”. Ed ancora “la fotografia di quello che c’è e di quello che sta succedendo”, fa vedere che “in Italia ci sono più librerie che chiudono rispetto a quelle che aprono. Questo è un problema e dobbiamo capire come risolverlo”.

L’analisi del valore della lettura attraverso le indagini europee

Per conto nostro abbiamo voluto analizzare meglio i dati e le motivazioni inserite nei progetti di legge presentati (d’ora in poi PdL), per cercare di rendere visibile quella fotografia del reale a cui accennava Bonisoli. Partendo dal PdL Molliconi che si è posto come obiettivo la realizzazione di una politica nazionale a favore del libro e della lettura, unici strumenti in grado di combattere l’analfabetismo di ritorno. Riproponiamo brevemente cosa disse a proposito il professor Tullio De Mauro per spiegare le cause del ‘ritorno’. << Quella principale è una tendenza d’ordine biologico e psicologico: data la natura selettiva della nostra memoria, si constata che in età adulta tendiamo a regredire di cinque anni rispetto ai livelli massimi raggiunti durante gli studi a meno che, ed è fondamentale, non continuiamo a esercitare quella competenza>>. Il PdL Molliconi mette in evidenza i dati forniti da una ricerca di circa quattro anni fa, il Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC). Si tratta di un programma ideato dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Al primo round hanno partecipato 24 paesi nel mondo, tra cui l’Italia. L’indagine si è svolta dal settembre 2011 al marzo 2012 e ha coinvolto circa 12.000 persone. PIAAC mira ad avere informazioni sulle competenze fondamentali degli adulti – definite dall’OCSE foundations skills – e in particolare sulla lettura (Literacy), sulle abilità logico-matematiche (Numeracy) e sulle competenze collegate alle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT). Guardando al rapporto nazionale prodotto dall’indagine si scopre che gli adulti italiani si collocano per la maggior parte (42,3%) al Livello 2. Il Livello 3 o superiore è raggiunto dal 29,8% della popolazione in literacy mentre i più bassi livelli di performance (Livello 1 o inferiore) vengono raggiunti dal 27,9% della popolazione in literacy.

Proposte di Legge sul Libro

Questo significa che in totale il 70% della popolazione italiana si colloca al di sotto del Livello 3, il livello di competenze considerate necessarie per interagire in modo efficace nella società del XXI secolo. Esaminando il dettaglio regionale, per quel che ci riguarda, si trovano le performance peggiori. Infatti al Sud e nelle Isole solo il 22,1% e il 18,0% raggiungono il Livello 3 o superiore mentre si collocano al Livello 1 o inferiore il 34,9% e il 34,1% del campione analizzato.

Proposte di Legge sul Libro

Ampliando lo sguardo a livello mondiale sui vari Paesi coinvolti nello studio, la percentuale di adulti che si colloca ai più bassi livelli di literacy (al di sotto del Livello 2) passa dal 5,0% del Giappone al 27,9% degli adulti italiani che si collocano al gradino più basso. Questo significa, come spiega il rapporto elaborato dall’ Isfol, che un adulto medio italiano è capace di fare inferenze di livello poco complesso: è capace di integrare gli elementi di informazione contenuti in diverse parti di un documento sulla base di appositi criteri, confrontare e contrapporre o ragionare su informazioni e fare inferenze di basso livello. Mentre un adulto medio del Giappone è capace di comprendere testi lunghi o densi di informazione su testi di tipo continuo, discontinuo o misto rispondendo in modo appropriato. È in grado di comprendere testi e strutture retoriche e di identificare, interpretare o valutare uno o più pezzi di informazioni e di fare inferenze appropriate.

Il costo della lettura: i consumatori

Le motivazioni che sottendono alla PdL Piccoli Nardelli tendono soprattutto ad evidenziare il valore sociale della lettura convinti che la sfida delle democrazie contemporanee è data dall’universalizzazione delle opportunità sociali. Nella premessa alla PdL si può leggere: “È convinzione diffusa tra gli studiosi che l’incremento dell’area della libertà come strumento di crescita non sia sufficiente, perché l’esercizio della libertà ha bisogno di azioni concrete: è quindi sul terreno della socialità e delle garanzie effettive, che una società è in grado di attivare, che si misura la sua capacità democratica.” I dati richiamati in premessa sono quelli dell’Eurostat che riescono a rendere soltanto l’aspetto economico legato al libro. Questi dati incrociano due fattori abbastanza tecnici. Il primo è l’Household final monetary consumption expenditure, abbreviato in HFMCE, che rappresenta la spesa sostenuta da una famiglia per acquistare un bene o servizio. Il secondo è il consumer price index, abbreviato in CPI, che misura il cambiamento nel tempo del prezzo dei beni di consumo o servizi acquistati pagato da una famiglia. Misura l’inflazione nell’Unione Europea. Nella sezione Ricreazione e Cultura è possibile trovare tra i beni di consumo anche quelli relativi alla lettura.

Proposte di Legge sul Libro

Il costo della lettura: gli editori

Sul aspetto economico si concentra la premessa al PdL Belotti che punta a favorire le piccole librerie e gli editori indipendenti intervenendo sulla Legge 128/2011, la Legge Levi, portando lo sconto applicabile dal 15% al 5 %. Si legge nel testo: la gestione delle librerie indipendenti, autentici presidi culturali del territorio, è particolarmente complessa a causa della concorrenza delle grandi catene e degli empori online, che vendono i libri a prezzi
notevolmente scontati. Il problema è che le librerie indipendenti non possono permettersi gli sconti: se a una libreria indipendente resta il 30 per cento del prezzo di copertina, applicando uno sconto del 15 per cento essa dimezza il proprio guadagno. Le grandi società che distribuiscono libri nelle proprie catene, invece, si possono permettere di fare sconti, che corrispondono solo a un sesto del ricavato, quindi facilmente ammortizzabili.
Questa idea è stata porta avanti anche nei successivi incontri organizzati dal Ministro Bonisoli. Infatti il taglio dello sconto dal 15% al 5% è stato chiesto con forza anche da Adei, l’Associazione degli editori indipendenti e da Sil, il Sindacato Italiano Librai Confesercenti che hanno portato a conforto anche le serie storiche dell’Istat sul costo dei libri negli ultimi anni. Queste evidenziano come dall’ entrata in vigore della Legge Levi, che risale al 2010, si sia registrato un calo del costo dei libri del 5% rispetto ai cinque anni precedenti che mostravano invece dati in continua crescita.