Processo trattativa, allarme Messineo: “Escalation di minacce ai pm”

Palermo, 21 nov. – “In questo periodo c” una vera e propria escalation degli atti di minacce nei confronti dei magistrati non solo di Palermo ma anche di altre sedi, se ‘ un fatto casuale o di emula…

Palermo, 21 nov. – “In questo periodo c’è una vera e propria escalation degli atti di minacce nei confronti dei magistrati non solo di Palermo ma anche di altre sedi, se ‘ un fatto casuale o di emulazione non lo so, ma indubbiamente siamo in un momento molto difficile, ma noi cerchiamo di fare il nostro dovere, come sempre”.

Lo ha detto il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo per partecipare al processo per la trattativa tra Stato e mafia ripresa gioved’ davanti alla Corte d’assise di Palermo per sentire il pentito di mafia Antonino Giuffrè

“Ho deciso di venire – spiega Messineo – per espressa volont’ dei colleghi della Procura di Palermo con i quali ci siamo riuniti mercoled’ per esprimere la solidariet’ dell’intero ufficio al pm Nino Di Matteo e a tutti i magistrati dell’accusa che sono stati minacciati pesantemente da Tot’ Riina”. “Sono venuto io – dice ancora Messineo – in rappresentanza di tutto l’ufficio perch’ sarebbe stato improponibile la partecipazione all’udienza di tutti i pm della Procura. Ma tutti insieme, attraverso la figura del Procuratore che rappresenta l’ufficio all’esterno, abbiamo voluto esprimere la nostra vicinanza ai colleghi”.

Presente, in segno di solidariet’, al processo in corso a Palermo anche il Presidente di Libera don Luigi Ciotti: “Sono venuto qui per dire ai magistrati del processo per la trattativa tra Stato e mafia che non sono soli”, spiega. “Libera si ‘ costituita parte civile del processo e segue tutte le udienza – ricorda don Ciotti – tutta la societ’ civile deve sentire la responsabilit’ di sostenere tutti i magistrati impegnati nella ricerca della verit'”. “Alcuni segnali giunti negli ultimi tempi – dice ancora don Ciotti – impongono di vivere questa corresponsabilit’ non solo a parole ma anche nei fatti. Per dare un segnale forte, dire che i magistrati non sono soli. Non si costruisce giustizia senza la ricerca della verit’. Non lasciamoli soli”.