Partinico. “Pensione facile.it”, i trucchi usati per mettere le mani su migliaia di euro

Morto, senza essersi mai sposato, ma per l’Inps era coniugato e quindi alla vedova, creata per l’occasione, spettava la pensione di reversibilità. E’ solo uno degli oltre 30 casi truccati da Simone Saputo, arrestato ieri nell’ambito dell’operazione Pensionefacile.it insieme al consigliere comunale d…

di redazione

Morto, senza essersi mai sposato, ma per l’Inps era coniugato e quindi alla vedova, creata per l’occasione, spettava la pensione di reversibilità. E’ solo uno degli oltre 30 casi truccati da Simone Saputo, arrestato ieri nell’ambito dell’operazione Pensionefacile.it insieme al consigliere comunale di maggioranza di Partinico Antonino Virga, responsabile della sezione locale del patronato ‘Informa Famiglia’, e quattro suoi parenti che gravitavano attorno al patronato stesso: il suocero Giovanni Antonio Noto, responsabile anche del patronato il ‘Fenalca’, Giovanni Praia, Gioacchino Appresti, e Venera Ligotino. L’uomo fatto resuscitare da Saputo si chiamava Ettore Cassarà, è morto nel maggio del 2004 ed era celibe. Ma nel sistema informatico dell’Inps risultava sposato con Silvana Minisolo 56 anni di Palermo, che un marito però ce l’aveva già. Con questo trucco avrebbe incassato ben 113 mila euro. Ma anche la palermitana Irene Mangiapane 42 anni, si sarebbe accollata un altro marito per riscuotere dall’Inps ben 70 mila euro di reversibilità. La somma sarebbe poi stata incassata da altri due indagati, Maria Serenzia 81 anni e Matteo Lucchese 63 anni, proprio quest’ultimo si sarebbe fatto aggiungere dall’impiegato dell’Inps Saputo dei contributi mai versati per incassare 57 mila euro e avrebbe prestato la moglie Silvana Minisolo, appunto, come finta vedova. Moltissime poi tra le indagate le vedove vere: ai loro mariti defunti sarebbero stati attribuiti contributi fasulli al fine di consentire loro di ottenere una pensione di reversibilità. E’ il caso di Francesca Tagliavia 50 anni di Partinico che avrebbe indebitamente riscosso oltre 56 mila euro, Assunta Parisi 56 anni di San Giuseppe Jato che grazie a periodi di disoccupazione inesistenti attribuiti al coniuge le erano stati accreditati più di 62 mila euro. La donna però avrebbe raccontato agli inquirenti di essere stata minacciata da Giovanni Praia, che gli avrebbe detto di non fare il suo nome perchè lui e gli altri non me l’avrebbero -dice Parisi- fatta passare liscia. Ed ancora tra gli indagati, Caterina Ortoleva 53 anni, Rosalia Brucculeri 67 anni, Mattia Cannatella 65 anni, Rosalia Lo Sardo, 54 anni, Antonina Giordano 78 anni tutti di Partinico, ed ancora Girolamo Provenzano 47 anni, sempre di Partinico che avrebbe fatto caricare i contributi alla moglie defunta incassando circa 77 mila euro. Mentre a Giuseppe Alfano 62 anni di Montelepre avrebbero retrodatato di 10 anni l’inizio dell’attività lavorativa dal 1983 al ’73, riscuotendo oltre 35 mila euro. Coinvolti nell’inchiesta anche Filippo Massaro 70 anni e Francesco Li Cavoli 69 anni entrambi di Terrasini, Mariangela Bologna 29 anni e Anna D’Orio 69 anni tutte e due di Trappeto, Vincenza Giacopelli 66 anni di Monrele e diversi pensionati e vedove di Palermo. Una vera associazione a delinquere quella formata da Saputo, Virga, Ligotino, Noto, Appresti e Praia. In particolare il consigliere comunale Antonio Virga e Venera Ligotino si sarebbero occupati della pratica di una vedova ultraottantenne riuscendo a farle ottenere il diritto alla pensione di reversibilità di 42 mila euro. Peccato però che dal marito morto la donna era divorziata da decenni. Una vicenda ancora aperta quella delle pensioni facili, sono in corso ancora delle indagini e non si escludono nuovi sviluppi. Intanto l’INPS, che aveva già licenziato il dipendente Simone Saputo, ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo.