Palermo: riscuotevano il pizzo, 4 arresti

I carabinieri del Reparto Operativo del comando provinciale di Palermo hanno tratto in arresto in flagranza di reato con l’accusa di estorsione aggravata e continuata due palermitani. Si tratta di Ben…

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di redazione

I carabinieri del Reparto Operativo del comando provinciale di Palermo hanno tratto in arresto in flagranza di reato con l’accusa di estorsione aggravata e continuata due palermitani. Si tratta di Benedetto Marciante, 60 anni, esponente mafioso del clan di Resuttana e Gianfranco Cutrera, 45 anni. Entrambi sono stati sorpresi mentre ritiravano una busta contene 18,000 euro, consegnata dal titolare di alcuni esercizi commerciali del capoluogo, bar e tabacchi. Tra questi c’è il punto vendita all’interno del Palazzo di giustizia. L’attività investigativa coordinata dal Procuratore Aggiunto Antonio Ingroia e dal sostituito Sergio Barbiera, è parte integrante di una più ampia manovra di indagine, che trae origine dalla denunce presentate da due imprenditori, stanchi di subire la pressione delle estorsione.
I militari hanno filmato la consegna avvenuta in un capannone di via De Cervantes. In manette sono finite altre due persone, Francesco Lo Valvo di Partinico e Michele Lo Valvo, padre e figlio, parenti del commerciante. Per loro è scattato un provvedimento di fermo. Sarebbero, infatti, i mediatori dell’estorsione. Coloro che avrebbero fatto ottenere uno sconto agli imprenditori. La prima richiesta era stata, infatti, più pesante. Marciante voleva una tabaccheria. Poi, scese a 38 mila euro e infine a 28 mila, di cui 5 mila pagati a gennaio e 18 mila ieri. Il saldo di 5 mila euro doveva essere sborsato a fine aprile. L’imprenditore si è ribellato, ha denunciato ed è scattata la trappola. Per convincerlo a pagare lo avevano pure picchiato e allora ha capito di non avere altra via di uscita che chiedere aiuto agli investigatori.
Marciante, nei mesi scorsi, era finito ai domiciliari per trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi sulla sorveglianza speciale. I finanzieri gli avevano anche sequestrato un’impresa di detersivi del valore di un milione e mezzo di euro. Marciante, ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa palermitana dell’Acquasanta-Arenella sin dagli anni ’80, era stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nel 1997 per associazione mafiosa. Le indagini, che ieri sono sfociate negli arresti eseguiti dai militari guidati dal maggiore Antonio Coppola.