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Palermo, in 20mila in piazza per la Palestina: migliaia di manifestanti anche a Catania

Palermo e altre città siciliane hanno vissuto oggi una giornata di mobilitazione generale, con studenti, lavoratori e cittadini in piazza per dire “no al genocidio” in Palestina. Molti studenti delle scuole medie hanno aderito allo sciopero, disertando le lezioni: in molte classi i genitori erano stati avvisati che i ragazzi sarebbero entrati a seconda ora o sarebbero usciti prima, e molte famiglie hanno preferito lasciarli a casa o farli partecipare alla manifestazione. A Palermo i trasporti urbani sono rimasti regolari nonostante lo sciopero.

Nel capoluogo siciliano il corteo è partito alle 10 da piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo, con bandiere palestinesi, il Tricolore e stendardi dei sindacati USB. Secondo gli organizzatori, in piazza c’erano circa 20 mila persone. Sfilavano anche gli avvocati Mario Bellavista e Fausta Catalano, con partecipanti di ogni età: anziani, bambini, studenti di ogni ordine e grado, universitari, lavoratori e pensionati. Molti portavano bandiere sulle spalle, attorno al collo o sui marsupi dei neonati, creando un lungo corteo colorato e pacifico.

I manifestanti scandivano slogan come “Free Palestina, Israele terrorista, sciopero generale”, mentre avanzavano lentamente per le strade del centro, bloccando simbolicamente la normale routine di un lunedì lavorativo. La testa del corteo ha raggiunto l’ingresso del porto mentre la coda era ancora in via Cavour, a testimonianza della vastità della partecipazione.

Anche Catania ha registrato una forte adesione, con circa 5 mila persone in piazza. La mobilitazione ha visto la partecipazione di numerose categorie, a partire dalla scuola e dai trasporti, aderendo alla giornata di sciopero generale lanciata dai sindacati di base.

Una manifestazione che ha mostrato la voglia di cittadini di tutte le età di partecipare attivamente alle questioni internazionali, con un simbolico richiamo all’impegno delle nuove generazioni, ma anche dei sessantenni siciliani che, come scrive Massimo Lorello, vogliono “cambiare il mondo per il bene di chi verrà dopo”.

Redazione

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