Ordinanza anti movida a Palermo, i giovani trovano come aggirarla

Si è rivelata un flop, almeno per ora, l’ultima ordinanza emanata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando per cercare di arginare gli assembramenti nel centro storico di Palermo nelle ore notturne.

L’ordinanza prevede l’ingresso a piazze e strade a ingressi contingentati con possibilità di chiusura totale in caso di assembramenti, ma a tarda sera, quando i controlli non ci sono più, le regole saltano.

Quando i locali chiudono e le forze dell’ordine lasciano le piazze, parte la movida, e sono proprio i proprietari dei locali che hanno filmato stanotte quello che succede in centro storico tra le 2 e le 3 di notte.

“L’ordinanza del sindaco Orlando che fino al 31 luglio mette sostanzialmente i lucchetti ai locali commerciali e pubblici esercizi nelle zone della movida notturna è l’ascia della morte sulle attività produttive di un primo cittadino che di fronte alla propria incapacità di assicurare il decoro urbano, la quiete pubblica e la sicurezza dei palermitani si rifugia nei divieti. Vietare, anziché amministrare”. 

“Orlando scarica sui titolari di locali e ristoranti tutto il peso del suo malgoverno, facendogli pendere sulla testa sanzioni amministrative pecuniarie da 500 euro a 5.000 euro. Un provvedimento che danneggia solo i locali in regola visto che quando quando abbassano le saracinesche poi prolifera un po’ di tutto, con l’alcol venduto dagli ambulanti. Il contrasto alla movida selvaggia va fatto con forza ma in sinergia con le forze dell’ordine, inutile farlo con le lancette dell’orologio quasi a rievocare un oscuro e deprimente clima da coprifuoco che nessuno vuole più tornare a vivere” questa la denuncia di Alessandro Anello, vice presidente della commissione attività produttive a Palazzo delle Aquile e responsabile dell’area metropolitana di Palermo della Lega Sicilia. .

“Le ordinanze adottate dal Comune penalizzano soltanto i locali in regola – insistono i gestori –  quando noi abbassiamo le saracinesche succede di tutto: ambulanti abusivi con i pozzetti e attività che continuano a vendere alcol sotto banco”.

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