Anche la Sicilia ha risposto in massa alla chiamata dello sciopero generale proclamato dai sindacati contro l’attacco alla Flotilla diretta a Gaza e in solidarietà con il popolo palestinese. Già dalla mattina di ieri , fino a tarda sera le strade e le piazze dell’Isola si sono riempite di bandiere palestinesi, cortei spontanei, sit-in e scontri con le forze dell’ordine. E oggi si replica.
Lo sciopero generale di oggi e il corteo nazionale per Gaza previsto oggi a Roma e in molte altre città, arrivano dopo una vigilia ad alta tensione, segnata da mobilitazioni in tutta Italia: università occupate, lezioni interrotte, linee ferroviarie bloccate e persino uno scontro in un liceo romano tra studenti pro-Pal e membri della comunità ebraica.
La scintilla che ha alimentato le proteste è stata l’intercettazione da parte delle forze armate israeliane della Global Sumud Flotilla, imbarcazione con attivisti a bordo e aiuti diretti verso la Striscia di Gaza. Un episodio che ha infiammato le piazze, mettendo a dura prova il dispositivo messo a punto dal Viminale. Per questa settimana «calda» è stato imposto un blocco a permessi e licenze delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di garantire una presenza massiccia di agenti.
A Palermo, epicentro delle mobilitazioni, un migliaio di persone si è radunato in piazza Castelnuovo sotto la pioggia battente, intonando cori di protesta e canti partigiani. La manifestazione si è accesa quando il corteo ha tentato di raggiungere il porto: il contatto con gli agenti in assetto antisommossa ha portato a momenti di tensione, manganellate e spintoni al varco “Santa Lucia”, rimasto bloccato per oltre mezz’ora.
Il clima si è ulteriormente infuocato per l’inaugurazione del “villaggio dell’Esercito” in piazza Politeama, blindato da camionette e cordoni di polizia. Le proteste contro l’esposizione di armi e mezzi militari nel cuore della città hanno raccolto voci indignate non solo tra studenti e attivisti, ma anche tra turisti sorpresi nel trovarsi di fronte a carri armati. «Un’enorme provocazione in un momento in cui servirebbe solo pace», hanno denunciato i comitati civici.
L’Usb e le altre sigle sindacali siciliane parlano di “partecipazione straordinaria” e confermano la volontà di portare avanti la mobilitazione. “Palermo ha risposto in maniera magnifica – dichiara Luigi Del Prete di Usb – e continuerà a farlo. La Sicilia non resta a guardare”.
Anche a Catania, Messina e Siracusa si sono registrati cortei studenteschi, blocchi stradali e presidi davanti a stazioni ferroviarie e università, in linea con la giornata di sciopero che ha coinvolto l’intero Paese.
Tra slogan contro il governo, cori per la Palestina e appelli alla pace, la Sicilia si conferma uno dei teatri più vivi e simbolici di questa ondata di protesta nazionale.
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