Nuove minacce al gionalista Salvo Palazzolo, rafforzata la vigilanza

La Figec Cisal Palermo esprime preoccupazione per le nuove minacce nei confronti del giornalista di Repubblica, Salvo Palazzolo, cui è stata rafforzata la vigilanza. La squadra mobile lo ha informato, dopo varie intercettazioni telefoniche, che sarebbero emerse “gravi ostilità nei suoi confronti”. E per questo è stato predisposto un servizio di tutela. Palazzolo si è occupato dei boss scarcerati e dei permessi premio a ergastolani condannati per stragi e omicidi.

“Esprimiamo solidarietà e la nostra vicinanza a Palazzolo, uno dei cronisti più impegnati nel raccontare il nuovo volto della mafia – sottolinea una nota della Federazione giornalismo editoria e comunicazione – e lo fa cercando di scavare sempre più a fondo, senza lasciarsi intimorire dalle “attenzioni particolari” più volte manifestate già in passato dai boss infastiditi dalle sue cronache”.

“Segno che il collega fa bene il suo lavoro, offrendo chiavi di lettura nuove e originali che stimolano analisi e riflessioni su una città come Palermo in cui molti segnali fanno temere il ritorno a un passato buio che speravamo di esserci messi definitivamente alle spalle”.

“Minacciare un giornalista significa mettere in pericolo, non solo la libertà di stampa, ma la democrazia. Per questa ragione, esprimo ferma condanna per le intimidazioni rivolte al cronista di Repubblica Salvo Palazzolo. A Salvo Palazzolo, che da sempre conduce la sua attività giornalistica con serietà e professionalità, rivolgo la solidarietà e il sostegno dell’amministrazione comunale, convinto che, insieme ai colleghi della redazione di Repubblica, proseguirà il suo impegno per raccontare e denunciare con coraggio e determinazione i fatti, anche quelli legati alla criminalità organizzata e alle possibili infiltrazioni mafiose nella nostra società”. Così il sindaco Roberto Lagalla.

Altre volte il giornalista di Repubblica era stato l’obiettivo di attenzioni minacciose e intimidazioni. Nel 2018 la polizia aveva intercettato alcuni esponenti del clan Inzerillo che, dopo articoli del giornalista sul ritorno degli “scappati” dagli Stati Uniti, parlavano del progetto di dare a Palazzolo “due colpi di mazzuolo”.