Morti di fame e di sete su un gommone, un uomo e due bimbi

Coronavirus

Ancora una tragedia nel Mediterraneo. Tre cadaveri – un uomo di circa 30 anni e due bambini di appena due anni – sono sbarcati questa mattina al molo commerciale di Lampedusa, trasportati dalla nave “Nadir” della Ong tedesca ResQship. Le vittime erano a bordo di un gommone partito da Zawia, in Libia, che è rimasto alla deriva per giorni prima di essere individuato grazie a una segnalazione di Frontex.

Le salme sono state trasferite nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, dove saranno sottoposte a ispezione cadaverica. Secondo le prime ricostruzioni, le vittime sarebbero morte per fame e sete, un’ipotesi confermata dai racconti dei sopravvissuti, che descrivono giorni di agonia in mare senza cibo né acqua.

Il gommone, lungo circa 8 metri, trasportava 58 persone – tra cui 13 donne e due minori – che avevano pagato 1.500 dollari ciascuno per tentare la traversata. Il gruppo è partito nella notte di mercoledì scorso dalla costa libica. Durante la traversata, avvenuta in condizioni estreme, un uomo si sarebbe gettato in acqua nella speranza di trovare refrigerio, probabilmente a causa di gravi ustioni da carburante. Il mare agitato non gli ha più permesso di risalire a bordo. Il fatto sarebbe accaduto ieri mattina, in area SAR maltese.

Nella serata di ieri, sei migranti – tra cui tre donne e due bambini con ustioni – sono stati evacuati d’urgenza dalla Guardia Costiera italiana. I rimanenti sono stati portati a terra oggi all’alba.

L’intervento tempestivo della nave Nadir ha evitato un bilancio ancora più tragico, ma il dolore per le vite spezzate resta. L’ennesimo naufragio silenzioso, simbolo di una crisi umanitaria che continua a consumarsi nel cuore del Mediterraneo.