Sotto una pioggia battente, gli organizzatori della manifestazione contro il Ponte sullo Stretto a Messina rivendicano un successo senza precedenti: «Siamo 15 mila» dichiarano. Il corteo, partito da piazza Castronovo, è stato sostenuto da 100 organizzazioni: 5 comitati No Ponte, 47 associazioni ambientaliste, 36 tra associazioni e movimenti, 7 organizzazioni politiche e 5 sindacati.
Mentre a Messina migliaia sfilano con lo slogan «Lo Stretto non si tocca», il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini interviene in videocollegamento da Reggio Calabria. Rivendica la necessità dell’opera e critica l’idea di una nuova gara: «Significherebbe dire no al ponte che serve a tutti».
Nonostante lo stop temporaneo indicato dalla Corte dei conti, Salvini assicura che l’obiettivo resta l’apertura dei cantieri nel 2026, definendo il ponte utile “ai siciliani, ai turisti, agli agricoltori e perfino alla Difesa”. Al suo fianco si schiera il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Sul palco della manifestazione arriva anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che non usa mezzi termini:
«Questo blocco è una vostra vittoria. Dopo le motivazioni della Corte dei conti, Meloni e Salvini devono fermarsi e scusarsi per aver sprecato 13 miliardi sottraendoli a infrastrutture essenziali per Sicilia e Calabria».
Schlein accusa il governo di aver forzato procedure e violato norme europee su ambiente e appalti, sottolineando che il progetto avrebbe superato la soglia del +50% dei costi senza adeguata documentazione. La leader dem allarga poi il discorso alla riforma della magistratura e al rapporto con la Corte dei conti, denunciando una volontà di sottrarre chi governa ai controlli della magistratura.
Duro anche l’intervento di Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, che sfida direttamente Meloni e Salvini:
«Se volete andare avanti malgrado il diniego della Corte dei conti, noi costruiremo un muro di legalità. Salvini vuole esportare il modello del ponte? Io propongo di esportare Salvini».
In mezzo al corteo c’è Renato Accorinti, ex sindaco di Messina e storico attivista No Ponte. Per lui lo Stretto è un’area “sacra e protetta”, sulla quale non è possibile intervenire con un’opera che definisce “inutile e devastante”.
Accorinti respinge l’idea che il ponte porti sviluppo: «La Calabria è già collegata all’Italia ed è la regione più povera d’Europa. Il Giappone è composto da isole non collegate fra loro eppure è la quarta economia mondiale».
E avverte: «Se apriranno i cantieri, faremo disobbedienza civile». Non manca un appunto agli assenti eccellenti: «Conte e Landini dove sono? Dovevano essere qui».
Alla manifestazione partecipano anche esponenti nazionali della Cgil e del M5S. Per il sindacato è presente il segretario confederale Luigi Giove, mentre per il Movimento 5 Stelle interviene la senatrice Barbara Floridia, che ribadisce il sostegno ai comitati e critica la gestione governativa dell’opera.
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