Mafia. Vito Roberto Palazzolo direbbe sì a estradizione ma con nuovo processo

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di redazione

Vito Roberto Palazzolo detta le condizioni per l’estradizione, il latitante di mafia originario di Terrasini chiede alla ‘Repubblica italiana di riaprire il processo penale celebrato in contumacia’. Palazzolo deve scontare una pena a nove anni. Il suo legale l’avvocato Baldassare Lauria, sostiene che sarebbero stati violati i diritti della difesa, nel processo concluso a Palermo con le sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello confermate dalla Cassazione. Di tutt’altro avviso il pm Gaetano Paci, titolare dell’accusa in dibattimento, ‘Palazzolo ha avuto tutte le possibilità di difendersi con udienze celebrate anche nel suo nuovo Paese, il Sudfrica’, infatti l’uomo ha la doppia cittadinanza italiana e sudafricana e la sua estradizione è sempre stata legata a questioni diplomatiche. Ma oggi si trova rinchiuso nel carcere di Bangkok dove è stato arrestato il 31 marzo scorso per possesso di documenti falsi. Lauria parla di ‘violazione degli standard sui diritti umani’ e invoca l’intervento dell’ambasciatore italiano nella capitale Thailandese. Intanto ai giudici thailandesi resta poco più di un mese per decidere sulla richiesta di estradizione presentata dall’autorità italiana. Ma i tempi potrebbero anche essere accelerati dato il consenso di Palazzolo di consegnarsi ma a condizione di un nuovo processo. L’uomo d’affari ha comunque già avanzato istanza di revisione del dibattimento, la prima udienza è stata fissata per giugno a Caltanissetta. I suoi avvocati proporranno alla Corte d’appello i motivi e le nuove prove che dimostrerebbero che la condanna sarebbe stata ingiusta. Batteranno anche sul ‘ne bis in idem’, il principio in base al quale nessuno più essere giudicato due volte per lo stesso fatto. In estrema sintesi, per Baldassare Lauria ‘sulla figura di Vito Roberto Palazzolo è stata costruita una leggenda’