di redazione
Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo ha sequestrato beni per oltre due milioni di euro nei confronti di due palermitani ritenuti appartenenti a cosche mafiose, in esecuzione di provvedimenti emessi, al termine di complesse indagini economico-patrimoniali, dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.
Oltre 600mila euro sono stati sequestrati a un palermitano, di 36 anni, appartenente alla famiglia mafiosa di Bagheria, arrestato nel 2009, insieme ad altri 10 soggetti ritenuti fedelissimi di Bernardo Provenzano; nei suoi confronti erano stati contestati i reati di associazione mafiosa, ricettazione e detenzione di armi, per aver gestito le attività estorsive della cosca e per aver favorito la latitanza del boss e per questo era stato condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione. Sequestrati un appartamento, un appezzamento di terreno e automezzi, nonché un’impresa di autodemolizione in Bagheria, dove, come emerso nel corso delle indagini che hanno portato al suo arresto nel 2009, erano state intercettate le conversazioni sul giro delle estorsioni e rinvenute, illegalmente detenute, pistole, fucili mitragliatori kalashnikov, silenziatori e munizionamento.
L’altro sequestro riguarda un imprenditore palermitano di 60 anni, appartenente alla famiglia mafiosa dell’Acquasanta-Arenella e vicinissimo ai Galatolo; per conto di questi ultimi, l’imprenditore ha svolto il ruolo di ‘prestanome’ per l’intestazione fittizia di alcuni beni della ‘cosca’ ed era stato pertanto arrestato, lo scorso anno, a seguito di indagini del Gico della guardia di finanza. All’imprenditore sono stati sequestrati un’attività commerciale di prodotti per la casa e un immobile nel quartiere Monte Pellegrino di Palermo, per un totale di circa 1,5 milioni.
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