Mafia a Bagheria, sei arresti: “In contatto con il boss Messina Denaro”

Mafia Bagheria, sei arresti. Nelle prime ore di questa mattinata, il Comando Provinciale carabinieri di Palermo ha dato esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di sei persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata ai danni di operatori economici della zona.

Il provvedimento si basa sulle risultanze investigative acquisite dai Carabinieri della Compagnia di Bagheria nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata Legame che ha permesso di accertare l’appartenenza di alcuni degli arrestati all’organizzazione criminale Cosa Nostra e di ricostruire episodi estorsivi commessi da suoi affiliati ai danni di operatori economici del territorio di Bagheria.

Le indagini dei militari del comando provinciale dell’Arma guidati dal colonnello Antonio Di Stasio hanno permesso di cristallizzare l’appartenenza di alcuni degli odierni arrestati alla famiglia mafiosa di Bagheria, sempre capace di riorganizzarsi dopo ogni operazione di polizia, con l’immediata sostituzione degli accoliti arrestati.

Mafia Bagheria, arsenale con fucili e mitragliette

Tra questi, specificano i carabinieri, figura Paolo Liga, nipote di Giuseppe Scaduto, ritenuto, quest’ultimo capo del mandamento mafioso di Bagheria, arrestato lo scorso mese di ottobre nell’ambio dell’operazione Nuova Alba condotta sempre dai carabinieri di Bagheria. Liga sarebbe stato in contatto diretto con i vertici del mandamento, ne avrebbe custodito e gestito l’arsenale – unitamente ad altri indagati tra cui, sempre secondo gli inquirenti, Salvatore Farina – composto da pistole, fucili e mitragliette con matricola abrasa, nonché aveva la funzione di agevolare i contatti con Cosa Nostra palermitana e trapanese, compreso il boss latitante Matteo Messina Denaro.

Liga, emerge dalle indagini, si sarebbe adoperato nella gestione diretta delle attività estorsive consumate ai danni degli operatori commerciali della zona, coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati arrestati nell’operazione, i fratelli Claudio e Riccardo De Lisi, a lui gerarchicamente sottoposti.

Mafia Bagheria, estorsioni ai buttafuori dei locali

Le attività investigative hanno consentito di individuare i responsabili di una estorsione commessa a partire dall’aprile 2014 e perdurata fino a tutto il 2016, ai danni del titolare di una società operante nel settore della fornitura di servizi di sicurezza per locali notturni della zona. Tra questi, dicono gli inquirenti, figurano Giuseppe Sanzone e Rosaria Maria Liga, sorella di Paolo e nipote del Capo Mandamento Giuseppe Scaduto.

La donna avrebbe partecipato attivamente alla raccolta illecita del denaro destinato, in quel momento,  anche al sovvenzionamento della latitanza del fratello Paolo, sottrattosi, nel novembre 2015, alla cattura in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A., nell’ambito dell’indagine denominata Reset 2.

Le risultanze investigative più recenti avrebbero permesso, inoltre, di definire i profili di responsabilità di Paolo Liga e dei fratelli De Lisi nella commissione di un’estorsione ai danni di un intermediario finanziario di Bagheria, “costretto a cedere indebitamente la propria autovettura – dicono i carabinieri-  a parziale soddisfazione della illegittima pretesa  di 50.000 euro avanzata dai responsabili del delitto”.